Chiari e scuri di un Paese, il nostro, che nell’agroalimentare registra pratiche virtuose, ma ancora troppe negatività e arretrattezze. Alcune di queste cifre sono emerse al nono Forum della Fondazione Barilla su alimentazione e nutrizione, che si è tenuto a Milano. Cominciamo dagli aspetti positivi: ottima la posizione nella lotta allo spreco d’acqua, visto che solo il 6,74% di quella usata finisce dispersa: risultato migliore di altri Paesi, dove ci sono colture analoghe alle nostre (ad esempio il riso), come Grecia (11,58%) o Spagna (22,84%).
Ci piazziamo bene anche per sostenibilità della produzione agricola, siamo al settimo posto, meglio di Colombia e Germania. Per la lotta agli sprechi alimentari al quarto, dietro soltanto a Francia, Germania e Spagna. Meno bene le sfide nutrizionali dove l’Italia si posiziona al diciannovesimo posto.
Poi precipitiamo quando prendiamo in considerazione altri indicatori, ad esempio la presenza di donne in agricoltura: in Italia raggiunge il 38,8% del totale forza lavoro impiegata nel settore, in Svezia si arriva al 68%. E per i giovani? Da più parti si parla di grande ritorno o avvicinamento ai campi, in realtà si attestano al 5% del totale, per un’età media pari a 57 anni (negli Stati Uniti l’età media è di 38 anni). Il Forum ha sottolineato come la scarsa presenza di donne e giovani potrebbe rappresentare, in prospettiva, problemi per l’Italia considerata la maggiore propensione delle ultime generazioni all’innovazione tecnologica (e di conseguenza al miglioramento dell’ambiente).
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