Un bombardamento. Così nella notte di sabato nel Vercellese, con chicchi di grandine del diametro anche oltre 5 centimetri. Ad essere maggiormente colpita è stata una fascia a Sud e Sud Ovest di Vercelli.
Mentre in città si è sospesa la notte bianca, nelle campagne dei paesi a sud di Vercelli la grandine non solo ha colpito le colture, ma ha anche causato ingenti danni alle strutture delle aziende agricole.
“Dopo tanti giorni di caldo e siccità si sperava nella pioggia ma, come ormai spesso accade, è arrivata la grandine. Gli agricoltori sono sotto shock: alcune delle aziende colpite lo hanno definito un vero e proprio bombardamento, con chicchi di una dimensione mai vista nella nostra zona, che hanno distrutto tetti, vetri dei laboratori e, ovviamente, danneggiato pesantemente mais e cereali in campo. – spiega Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli – Biella – I tecnici sono al lavoro insieme agli agricoltori per valutare i danni e trovare soluzioni per poter proseguire il lavoro nei campi. Visti i danni alle strutture la preoccupazione è che anche quelli alle colture possano essere irreparabili. Gli agricoltori sono preoccupati non solo per il futuro della stagione ma anche per l’immediata ripresa delle attività quotidiane: lavorare con parte dei capannoni, dei tetti e dei vetri danneggiati ora sarà complicato. Visto ormai l’andamento del clima di questi ultimi anni è importante assicurare le colture, quindi è indispensabile che vengano stanziati sempre fondi sufficienti per sostenere questi costi ingenti”. Numerosi i danni anche al riso, ma ancora tutta da valutare l’entità, come sottolinea il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà: “Molto dipende dalle varietà e dal periodo delle semine e dalla germinazione”.
Giovanni Perinotti, presidente interprovinciale Confagricoltura Vercelli Biella, lancia un appello atuttele istituzioni: “Giovedì si svolgerà l’assemblea di Confagricoltura e questo messaggio lo rivolgeremo a tutti, Comune, assessore regionale all’agricoltura, politici, parlamentari europei. Il problema non riguarda soltanto i danni in campo, ma alle infrastrutture e ai macchinari agricoli che si trovano all’aperto: teti, coppi, pannelli solari, trattori. I tempi di ricostruzione sono fondamentali, in quanto essiccatoi, ricovero attrezzi, devono essere in ordine il più presto possibile, sicuramente entro fine agosto perché inizia il nuovo raccolto pe chi riuscirà a portare qualcosa a casa. Quello che chiediamo alle istituzioni è uno snellimento delle pratiche burocratiche e dei permessi”.
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