Si scrive “Health warning” (allarme per la salute), si legge “deriva proibizionistica” che impatta sul vino. In particolare sul made in Italy, perché l’Italia è il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato. Questa, in sintesi, la decisione del via libera dell’Unione Europea allo schema di regolamento irlandese riguardante l’etichettatura delle bevande alcoliche. In altre parole: sulle etichette delle bottiglie di vino, secondo la proposta, dovrebbe essere scritto “Il vino nuoce alla salute”, esattamente come avviene per le sigarette. Oppure: “L’alcol provoca malattie del fegato” o “alcol e tumori sono collegati in modo diretto”. Dura la reazione del mondo vitivinicolo italiano e delle organizzazioni di categoria. Confagricoltura esprime preoccupazione alla notizia della non opposizione allo schema di regolamento: la Commissione non ha ascoltato le riserve che l’Italia, con Francia, Spagna e altri sei paesi membri, ha manifestato per opporsi alle misure introdotte dalla normativa irlandese. Coldiretti parla di “avvertenze terroristiche” da parte dell’Irlanda e che questo regolamento -se adottato – potrebbe avere ricadute anche negli altri Stati.
“Sorprende come la Commissione europea non prenda minimamente in considerazione la posizione approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento Ue che, nella risoluzione sulla lotta contro il cancro del febbraio scorso, ha categoricamente escluso l’introduzione di sistemi di etichettatura sanitari, come quelli presenti sui pacchetti di sigarette”. Così Paolo De Castro, membro della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo. Si è trattato di un silenzio-assenso da parte della Commissione, ricorda Cia-Agricoltori Italiani .
Anche al simposio “Vino e Salute tra alimentazione e benessere”, organizzato da Assoenologi, il tema è stato affrontato. Il presidente Riccardo Cotarella: “Meraviglia questo assenteismo dell’Unione europea che, con il suo silenzio, dà assenso a queste prese di posizione. Siamo stanchi e stufi di questi attacchi che riteniamo folli verso il nostro prodotto principe”.
Il ministro per l’Agricoltura e la sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida: “E’ ancor più grave è che di fronte a un’espressione del Parlamento europeo in contrasto con questa indicazione, la Commissione si è mossa in senso inverso”.
Il vino come rimedio cardioprotettivo e antivirale è stato, invece, al centro dell’intervento di Vincenzo Montemurro, cardiologo e membro del Consiglio direttivo della Società italiana di cardiologia.
Giorgio Calabrese, medico dietologo e presidente del Comitato nazionale sicurezza alimentare del ministero della Salute, ha dedicato il suo intervento al consumo di vino associato al rischio di diabete: “Abbiamo studiato in 10 anni un campione di 600.000 persone, all’università di New Orleans, la Harvard University di Boston e quella di Brighton. Si è visto che quando beviamo il vino nella giusta quantità, sempre durante i pasti e mai a digiuno, abbiamo una migliore compliance del metabolismo, degli zuccheri e dell’insulina e ci rendiamo conto che avviene un miglioramento nel diabete”.
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