“Al Governo ed al ministro dell’Economia chiediamo di fare in modo chiaro la scelta prioritaria di superare la cultura delle emergenze climatiche! Noi mettiamo a disposizione i nostri progetti, la nostra conoscenza del territorio, la passione per il nostro lavoro: il Piano di Mitigazione del Rischio Idrogeologico, il Piano Nazionale degli invasi, Irriframe sono strumenti per rispondere al grido di allarme ed alla richiesta di risposte vere, che si alza fortissima dai territori.”
E’ quanto ha ribadito Francesco Vincenzi, Presidente di Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), intervenendo all’annuale assemblea a Roma.
“Non può sfuggire – ha proseguito – quanta tensione vi è stata tra le Regioni Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna nel momento della gestione della siccità; non può sfuggire la dolorosissima scelta, che ha dovuto fare, in Piemonte, il Consorzio di bonifica della Baraggia, quando ha dovuto scegliere di dare l’acqua ai risicoltori, escludendo i maiscoltori; non può sfuggire, però, neppure il grido di dolore degli olivicoltori foggiani di Cerignola, che non possono praticare l’olivicoltura ed abbandonano i terreni per mancanza d’acqua o per doverla acquistare a costi proibitivi da monopolisti della distribuzione idrica.
Deve essere però a tutti chiaro che il problema di gestione delle risorse idriche è oggi più grave al CentroNord che non nel CentroSud; il paradosso, che permane, è quello di un Paese, che paga sistematicamente prezzi altissimi al dissesto idrogeologico ed alla siccità, spendendo moltissimo nella gestione delle emergenze, pur avendo a disposizione progettualità concrete come quelle fornite dai Consorzi di bonifica per fare prevenzione, programmazione, occupazione: termini, che pare non appartengano alla cultura delle nostre Istituzioni a differenza di un fatalismo, che giganteggia.
Oggi – ha affermato il Presidente di ANBI – i Consorzi di bonifica ribadiscono la necessità di voltare definitivamente pagina: quella dell’emergenza, che vince sulla prevenzione; è giunto il momento di chiedere la scelta di programmare investimenti pluriennali sul contrasto al dissesto ed alla siccità.
Ora è il tempo quindi di cogliere con grande rapidità e determinazione le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Sviluppo Rurale, nonchè dal Fondo di Sviluppo e Coesione per le infrastrutture irrigue. Sul contrasto al dissesto idrogeologico abbiamo risorse importanti nella Legge 232/2017, che sono, però, destinate soprattutto alle aree metropolitane; non possiamo però continuare ad ignorare le aree interne del Paese e le aree rurali: si tratta di una ineguaglianza, che non può più essere sottaciuta.
Infine riteniamo in modo convinto che la legge sul consumo del suolo non può essere messa nel dimenticatoio.
Noi – ha sottolineato Vincenzi – continueremo nell’impegno anche in Europa, registrando la nuova associazione Irrigants d’Europe, dandole sede e legittimità operativa a Bruxelles. L’accordo di Santarem, sottoscritto alcuni giorni fa in Portogallo, ha messo insieme le quattro grandi nazioni, che in Europa irrigano: Italia, Spagna, Francia e Portogallo.
L’acqua è un fattore produttivo e l’ANBI ha ragione a chiedere nuovi invasi di fronte a cambiamenti climatici epocali, poiché tratteniamo solo l’11% dei circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua, che annualmente piovono sull’Italia; lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, intervenuto all’assemblea ANBI.
Proseguendo l’intervento, Galletti è tornato ad affrontare il tema della “governance della spesa”, ancora troppo farraginosa e burocratica, dove bisogna trovare un giusto equilibrio tra fare bene e fare presto.
Sull’attualità dei tanti incendi, che stanno colpendo l’Italia ha affermato: “Sia chiaro: i piromani li perseguiremo con la massima determinazione; oggi sono condannabili fino a 15 anni di carcere.”
Galletti ha anche annunciato la prossima creazione a Bologna di un centro meteo nazionale d’eccellenza europea.
In Europa non si possono battere i pugni, bisogna costruire alleanze: è quanto ha affermato Paolo De Castro, Primo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, intervenuto a Roma. In questa prospettiva, De Castro ha definito una “straordinaria opportunità”, la nascita di “Irrigants d’Europe”, il nuovo organismo che raggruppa le organizzazioni deputate all’irrigazione nei Paesi del Sud Europa (Italia, Francia, Spagna e Portogallo), fortemente voluto dall’ANBI.
“Mi impegno –ha affermato De Castro – a contattare i rappresentanti di tali Paesi nelle Commissioni Agricoltura ed Ambiente del Parlamento Europeo per arrivare ad un documento comune nella propsettiva della nuova Direttiva Quadro sulle Acque.”
Andrea Olivero, viceministro Politiche Agricole: “Irrigazione vuol dire anche pianificazione e innovazione, per la quale servono risorse. Per ora a disposizione ci sono circa 600 milioni, che bisogna spendere bene e spendere velocemente. Ma per intercettare ulteriori finanziamenti serve una strategia. Dobbiamo spiegare all’Europa il modello agricolo italiano, che contestualmente però dobbiamo tutelare”.
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