L’Associazione Nazionale Città del Vino ha recentemente organizzato a Torgiano (PG) un “Simposio Europeo sull’Enoturismo: Marketing e redditività d’impresa” incentrato sull’approfondimento degli aspetti tecnici imprescindibili allo sviluppo
dei territori del vino italiani. Sono stati chiamati a confrontarsi alcuni prestigiosi protagonisti del mercato del turismo del vino (docenti, responsabili di progetti nazionali e internazionali per la promozione del turismo enogastronomico, esperti di internazionalizzazione, giornalisti del settore ed esperti di comunicazione on line).
Il professor Giuseppe Festa, direttore del Corso di Perfezionamento Universitario e Aggiornamento Culturale in “Wine Business” (Università degli Studi di Salerno), ha illustrato i risultati definitivi del XIII rapporto sull’Osservatorio Nazionale del Turismo del Vino.
Questi i risultati emersi dall’indagine: quasi 3 Comuni su 4 non prevedono tassa di soggiorno. Secondo i Comuni il livello medio dei servizi offerti cantine, ristoratori, albergatori, ecc. (più di 6 Comuni su 10 negli ultimi 5 anni hanno realizzato progetti per migliorare i servizi offerti agli enoturisti) è giudicato sufficiente/discreto (6,76 in media), con più del 30% che si spinge a riconoscere un voto pari a 8.
Il 44% delle Strade ha direttamente organizzato nel 2016 più di 3 eventi. La qualità delle infrastrutture di collegamento della singola zona d’interesse è giudicata
insufficiente (5,85 in media) dai Comuni e scadente dalle Strade (4,83 in media). Il 96% delle Strade ha un sito web e il 24% è già fornito di App, mentre quasi la metà dei Comuni non ha un Ufficio Turistico. Tre Comuni su 4 sono inseriti e/o hanno rapporti con la Strada del Vino e/o dei Sapori del territorio ed il funzionamento di questo organismo è giudicato più che sufficiente. Ma per le Strade l’interazione tra gli operatori del settore, i Comuni della Strada del Vino e gli altri soggetti pubblici (provinciali, regionali e nazionali) coinvolti nella promozione del territorio è giudicata insufficiente (5,48 in media).
La Strada del Vino sembra essere percepita dagli operatori enoturistici e dai cittadini come un organismo importante per il buon funzionamento dell’enoturismo sul territorio rispettivamente nell’84% e nel 68% dei casi.
A fronte di una mancata organizzazione dei sistemi di osservazione dei servizi enoturistici, diventa sempre più urgente istituire una cabina di regia a livello nazionale e almeno regionale per studiare con sistematicità il fenomeno dell’enoturismo in Italia.
La formazione del personale, sia dell’operatore privato direttamente coinvolto nella filiera enoturistica sia dell’operatore pubblico coinvolto nella governance del territorio a fini enoturistici, è un passaggio fondamentale.
Il focus sulle Strade del Vino fa emergere ombre e luci che rendono doveroso un “esame di coscienza” per capire se e come riprendere e rilanciare questo veicolo enoturistico, che al momento presenta troppe contraddizioni di funzionamento da un territorio all’altro e più in generale da una regione all’altra.
Stefano Vercelloni coordinatore Città del Vino per il Piemonte: “E’ importante riconsiderare la possibilità, in Piemonte, di aggiornare e rifinanziare la Legge sulle Strade del Vino. Nei territori dove ancora non esiste tale istituzione è quanto mai opportuno cominciare a ragionare con l’obiettivo di crearne una. D’accorfdo sulla cabina di regia, basterebbe coinvolgere tutti gli Enti del mondo del Vino in modo sistematico un paio di volte all’anno e dare seguito a quanto emerge da tali incontri”.
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