In quelle 5 mila bottiglie c’è la volontà di custodire un vitigno oramai raro ma un tempo assai diffuso tra i filari dell’Astesana, in Piemonte. Da anni Cascina Castlèt, azienda agricola di Costigliole d’Asti, crede e finanzia la ricerca universitaria per custodire e tramandare la coltivazione di Uvalino sulle colline di Costigliole. Ora rinnova l’immagine della bottiglia Uceline con un cambio di etichetta. Compito affidato a Giacomo Bersanetti, Sga Wine Design, che ha firmato tutte le etichette dell’azienda.
“Finora l’uvalino è stato un progetto sperimentale e anche il packaging era provvisorio – spiega la produttrice Mariuccia Borio – adesso Uceline esce dalla fase esperimento e deve avere l’abito giusto per raccontarsi e raccontare la sua storia e il suo paesaggio”.
La nuova vestizione, realizzata tramite serigrafia diretta su vetro, scaturisce direttamente dal nome del vino. Il colore è un giallo terra, quello delle sabbie astesane dove cresce l’uvalino. Il nome del vino non è scelto a caso: gli acini, essendo gli ultimi a maturare e a essere raccolti nel tardo autunno, vengono becchettati dagli uccellini. Da qui il nome Uceline.
“Si tratta di un’idea semplice e memorizzabile – spiega Giacomo Bersanetti – per rendere la bottiglia di Uceline distintiva e molto comunicativa attraverso una soluzione un po’ surreale, abbiamo animato le lettere del nome, simulando il volo di un piccolo stormo di uccelli”.
Un tempo era la bottiglia più preziosa da regalare al dottore, al podestà, al farmacista e al prete: un vino di lusso per far bella figura. Poco di scritto è rimasto su questo vino, ma le testimonianze orali permettono di attestare la sua presenza in Piemonte almeno dagli ultimi anni dell’Ottocento.
Cascina Castlèt ha 30 ettari di vigna. I vitigni coltivati sono: Barbera, Moscato, una piccola parte di Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Uvalino. Da anni Mariuccia Borio crede e scommette sulla terra e sulla ricerca, prima sui passiti, poi sull’Uvalino, un’uva antica e rara. I vini vengono bevuti in 15 Paesi esteri: l’export rappresenta l’80% della produzione. L’azienda produce energia pulita con un impianto fotovoltaico e utilizza un moderno impianto di fitodepurazione naturale delle acque reflue di cantina.
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