La sequenza di queste immagini ei video ci restituiscono gli effetti dei drammatici momenti che il Piemonte ha vissuto nello scorso weekend. Ai lutti per le persone decedute si aggiungono i gravi danni strutturali e soprattutto il disastro subito dall’agricoltura: interi campi devastati, raccolti cancellati (soprattutto il riso nelle pianure vercellese e novarese). “Il bilancio è pesante e anche questa volta dimostra in modo inequivocabile che, aldilà del cambiamento climatico in atto, occorre investire in modo deciso sulla prevenzione” dichiara Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte. “No alla facile retorica, sì alle analisi sulle conseguenzedello spopolamento e sì agli investimenti del recovery Fund” dice Marco Bussone presidente nazionale di Uncem (Unione dei Comuni, delle Comunità e degli enti montani). E prosegue: “Dal 1997 il Piemonte ha un piccolaprozione di tariffa idrica pagata da tutti i piemontesi (4 euro l’anno famiglia) destinata ai teritori montaniper interventi di prevenzione del dissesto. Venti milioni di euro l’anno. Se non ci fossero la situazionew sarebbe ben peggiore anche nelle città del fondovalle”.
Intanto vercellese e Novarese cercano di curare le ferite profonde. Pallo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli Biella: “Dal punto di vista delle aziende agricole e delle colture stiamo monitorando la situazione, arrivano segnalazioni di danni da ogni parte: l’abitato Borgo Vercelli è andato sott’acqua, così come sono stati inondati dalle acque del Sesia i campi e le cascine di Prarolo, Pezzana e anche Oldenico e Albano Vercellese. Si registrano danni alle colture ancora in campo, compreso il riso, che non era ancora stato del tutto raccolto, ed anche alle strutture e ai magazzini dove sono stoccati i prodotti, perché alcune aziende sono completamente allagate. Nella Baraggia biellese, dove era rimasto ancora del riso da raccogliere, i campi sono allagati, e si sta bagnando il riso allettato dalla grandine arrivata la scorsa settimana. Anche in Valsesia si registrano allagamenti, smottamenti, interruzioni di strade e pascoli allagati”
“Arrivano continue segnalazioni di danni da ogni parte: dalle utenze elettriche saltate per cui i nostri allevatori della provincia di Novara non riescono a mungere gli animali, che iniziano a soffrire, ai campi completamente allagati e addirittura cascine evacuate per alcune ore nelle zone di San Nazzaro Sesia. Strade provinciali e ponti chiusi, alberi caduti per il forte vento in pianura, mentre in Valle Strona, Val Formazza, Valle Antrona si segnalano diverse frane e straripamenti. Sono diversi i soci che ci segnalano allagamenti in azienda, molti ci dicono che hanno avuto grande paura durante la notte, con alcuni non siamo ancora riusciti a parlare perché anche le comunicazioni sono difficili. In Val Formazza è caduta nuovamente la frana che per due volte aveva già minacciato l’abitato della frazione Valdo e i terreni adibiti a pascolo. Un pastore ha perso completamente il suo gregge vicino a Ornavasso, portato via dalla forza del Toce. Le aziende floricole sono sott’acqua nella zona di Mergozzo dove anche una diga ha straripato e a Verbania. Persino le api non sono al sicuro: i nostri soci stanno cercando di portare in salvo quelle vicino al fiume Sesia” dice Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara – Vco.
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