di Mario Fossati *
E’ ormai chiaro ed evidente che i cambiamenti climatici in atto e le modifiche alle pratiche colturali avvenute negli ultimi decenni hanno fortemente destabilizzato un equilibrio tra fonti e scambi di acque sotterranee e superficiali su cui si basava l’irrigazione dei nostri territori, così come la mancanza di invasi che accentua il problema dovuto alla differente distribuzione annuale delle precipitazioni, che sempre più corrono verso il mare invece che essere trattenute nel terreno e alimentare la falda.
Per tale ragione è lecito attendersi che stagioni anomale come quella appena trascorsa possano riverificarsi sempre più frequentemente si è quindi iniziato a ragionare su come procedere nel caso di riduzioni di risorsa per lunghi periodi e di percentuali al di sopra del 60/70%. Il riferimento all’utilizzo della turnazione è una pratica già largamente utilizzata dagli agricoltori stessi all’interno della propria azienda: è evidente che, in condizioni di emergenza, se non si ha tutta l’acqua necessaria a disposizione, si debbano trovare delle soluzioni alternative che NON POSSONO compensare la mancanza di risorsa ma che hanno l’unico scopo di salvare il massimo consentito
La rete consortile è decisamente più complessa è interconnessa di una rete aziendale, pertanto il processo di pianificazione di una turnazione al suo interno è un obbiettivo da perseguire ma che non potrà realizzarsi in un breve lasso di tempo. In determinati rami della rete, fisicamente predisposti, già attualmente sono previste delle turnazioni tra gli utenti stessi che sono state efficacemente messe in atto in questa stagione, altri rami invece necessitano interventi infrastrutturali che le rendano possibili (vedi la costruzione di barraggi).
Non è possibile adesso fornire i dettagli di uno studio che verrà maturato per perfezionamenti successivi nei prossimi anni e che potrà dar luogo a risultati diversi a seconda dei rami della rete, ma non impegnarsi per farlo non sarebbe corretto.
Negli incontri con la stessa Confagricoltura eravamo tutti concordi nel dire che la radice del problema fosse complessa e riguardasse vari aspetti, anche le soluzioni emerse sono state le medesime ma nessuno presente a tali incontri tecnici è stato in grado di fornire soluzioni immediate, perché la realtà è che soluzioni immediate non esistono e pretenderle è vano se non pretestuoso. Sicuramente il ritorno alla sommersione delle risaie e all’incentivazione della circolazione invernale dell’acqua è un aspetto cruciale e fondamentale da portare avanti. l’Associazione da anni sostiene questa tesi (anche quando i più caldeggiavano la coltivazione del riso in asciutta) come confermato da svariati bandi e progetti di ricerca ai quali l’Ente ha collaborato (MEDWATERICE-RISWAGEST- ELP). Ma è evidente che questo dibattito non rientra nelle dirette competenze della Associazione che ad oggi non può imporre agli agricoltori tali pratiche e non può far altro che partecipare ad un processo di maturazione e di volontà che compete alle aziende agricole che devono in questo essere supportate dalle associazioni di categoria.
L’associazione da tempo collabora con Regioni, università, parchi ed altri Enti per mostrare la validità della sommersione e si dichiara disponibile a partecipare a momenti di confronto che possano portare ad una pianificazione condivisa tra tutti per rendere il ritorno alla pratica a sommersione tecnicamente possibile ed economicamente sostenibile.
Per quanto concerne invece l’aggiornamento del catasto, perchè questa è la richiesta fatta dall’Ente, si sottolinea che tale necessità si lega ed interessa anche la scarsa disponibilità idrica, ma non è l’unico motivo per cui è stata effettuata. I cambiamenti climatici ormai conclamati, una maggiore attenzione verso le tematiche ambientali, l’avvento della Comunità Europea che influenza profondamente la legislazione nazionale, hanno portato ad un progressivo mutamento delle leggi e regolamenti che riguardano l’utilizzo della risorsa idrica.
L’aggiornamento è infatti necessario per:
● adempiere a leggi già in vigore (Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23/10/2000, DGR n.6035 del 19/12/2016, SIGRIAN),
● difendere l’irrigazione a scorrimento e la sommersione delle risaie che vengono annoverate tra le pratiche a più alto consumo d’acqua, non considerando le irrigazioni indirette su ben altri territori che avvengono attraverso le colature o i fontanili e le risorgive attivate grazie alla falda mantenuta alta a seguito proprio dell’irrigazione a scorrimento o sommersione,
● dare una descrizione puntuale del nostro comprensorio e dell’utilizzo della acqua distribuita, compresa la sua reale efficienza, che è uno strumento per consentire al legislatore di legiferare in maniera opportuna, così come prevedere utili stanziamenti che possano realmente sostenere l’agricoltura ed il territorio su cui essa viene praticata.
● per poter svolgere analisi e studi interni puntuali sul territorio irrigato da questa Associazione, che possano portare a migliorie nel sistema di distribuzione,
● per dimostrare l’alta capacità della rete irrigua di offrire servizi ecosistemici che apportano enormi benefici ai territori nei quali si sviluppano e a tutta la collettività, perché l’agricoltura è ambiente.
Per tali ragioni è necessario agire per adattare nel miglior modo possibile il mondo agricolo a tali nuovi scenari, senza snaturare la sua essenza ma cercando di preservarne l’esistenza e la sostenibilità economica per chi pratica agricoltura. Si ritiene pertanto che tale richiesta sia ad esclusiva tutela del proprio consorziato e di tutta l’agricoltura.
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