Il presidente di Slow Food Carlo Petrini, aprendo Terra Madre Salone del Gusto al Lingotto di Torino, ha sottolineato: «Ventidue anni fa, quando abbiamo iniziato questa avventura, la sensibilità sulle tematiche del cibo non era assolutamente paragonabile a quella di oggi. Ricordo anzi che in apertura della prima edizione del Salone del Gusto dissi “il giorno in cui il cibo avrà la stessa attenzione della moda forse potremo dire che abbiamo risolto un problema di dignità e valorialità”. Oggi ci siamo arrivati, anche se l’approccio mediatico alla gastronomia non rende giustizia del percorso intrapreso in questi due decenni».
A mancare, sostiene Petrini, è una piena coscienza del ruolo della filiera: «Non è giusto mettere sotto i riflettori solo la categoria degli chef, peraltro in massima parte uomini, quando la gran parte del cibo è assicurato dalle donne, contadine, produttrici e allevatrici di tutti i continenti».
Per cinque giorni Terra Madre Salone del Gusto riunisce a Torino 7mila di queste donne e di questi uomini, in arrivo come delegati da 150 Paesi del mondo insieme a 350 docenti, accademici, formatori ed esperti che daranno il via all’Università Diffusa, un progetto di sapere inclusivo e democratico basato sul costante dialogo tra conoscenza accademica e conoscenze tradizionali.
Proprio sulla capacità di costruire connessioni tra campi del sapere e dell’agire politico insiste il fondatore di Slow Food, delineando alcuni interventi prioritari: «La difesa del suolo e la difesa di borghi e botteghe sono sfide che incideranno anche sulla politica alimentare».
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