Corsa contro il tempo per ripristinare il Canale Cavour, gravemente danneggiato dall’alluvione dei primi di ottobre. Ma anche per assicurare la copertura irrigua della prossima stagione risicola. I tecnici dell’Associazione Est Sesia sono in prima linea e lavorano giorno e notte per accelerare il più possibile. Hanno fissato anche un termine: 31 gennaio 2021. Il direttore generale ingegner Mario Fossati è ottimista: “Ma dobbiamo fare i conti con molte variabili, a cominciare dall’inverno e, non ultimo, il Covid. L’affidamento dei lavori è già avvenuto grazie al cosiddetto pronto intervento di pronta urgenza, che può superare le lungaggini burocratiche in attesa della dichiarazione dello stato di calamità”.
In campo ruspe, ingegneri, droni, che stanno scandagliando il punto in cui il ponte-canale Cavour ha ceduto: Formigliana, nel Vercellese, sul torrente Cervo. La “cura” della fessurazione comporterà un costo di due milioni di euro, ai quali se ne aggiungeranno altri tre per mettere in sicurezza tutto il resto. Nella task-force anche ditta specializzata di Bianzè (Vercelli) e il Politecnico di Milano, con il quale viene concertato un ripristino il più fedele possibile alle origini. Rispetto al 1863 la pila centrale di sostegno sarà cerchiata con contenitori di acciaio. Così anche sugli altri piloni.
In gioco non è soltanto la risaia. L’acqua del canale Cavour alimenta anche 56 centrali idroelettriche lungo il suo corso. “Tutte ferme – prosegue Fossati – con un danno dal punto di vista della produzione, perché l’energia veniva acquistata dalle aziende del territorio. Con problemi anche per gli impianti di raffreddamento, come accade alla Radici Chimica di Novara, alle raffinerie Sarpom di San Martino di Trecate e San Nazzaro de’ Burgondi”. Nel frattempo ci si affida al canale Regina Elena, per salvare almeno la “stagione iemale”, cioè assicurare l’uso dell’acqua per usi irrigui nella parte est del Novarese, ma in una fase dell’anno in cui l’agricoltura ha meno esigenze.
I finanziamenti dovrebbero arrivare in parte dallo Stato, non appena sarà dichiarato lo stato di calamità per il Piemonte, in parte dal Recovery Fund.
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