Dopo il latte e in attesa di riso e pasta, è arrivata l’etichetta per tartufi e funghi. Mai più funghi freschi ‘spacciati’ per prodotti a chilometro zero senza esserlo. D’ora in poi, infatti, tartufi e funghi venduti freschi dovranno riportare obbligatoriamente in etichetta o su appositi cartellini il luogo di raccolta o coltivazione.
Il provvedimento è contenuto nella risposta ufficiale della Commissione Europea a un quesito sollecitato da Coldiretti per smascherare pericolose furbizie nel commercio di prodotti simbolo del Made in Italy.
Nel 2016 sono stati importati in Italia oltre 7 milioni di chilogrammi tra funghi e tartufi freschi, dei quali 2,5 milioni di chili arrivano dalla Polonia e oltre 2 milioni dalla Romania, per un valore complessivo di 41 milioni di euro. Lo scorso anno sui 58 controlli nel settore della commercializzazione di tartufo sono state notificate 9 notizie di reato e 11 contestazioni amministrative da parte dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con diffuse irregolarità di etichettatura e nell’osservanza degli obblighi di rintracciabilità.
Porcini, finferli, trombette, chiodini e altre numerose specialità sono particolarmente diffuse sul territorio, in particolare nei boschi montani: i funghi sono prodotti di valore medio sotto il profilo nutrizionale e contengono in prevalenza acqua, ma anche proteine, carboidrati, sostanze minerali e vitamine, in percentuali variabili a seconda del livello di maturazione, ma essendo poveri di calorie e ricchi di cellulosa non ingrassano chi li mangia. Le vitamine prevalenti sono quelle del gruppo B e i sali minerali sono rappresentati principalmente da potassio e fosforo.
Purtroppo i dati parlano chiaro: si tratta di un commercio dietro al quale, in mancanza di norme chiare sull’obbligo di indicare in etichetta l’origine, si sono nascoste truffe alle quali ora dobbiamo mettere fine. Per questo, come previsto dalla Commissione Europea, adesso le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, anche se esentati dal rispetto della norma di commercializzazione generale, come tartufi e funghi spontanei. “Ora è urgente – dice Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara e Verbano Cusio Ossola – un intervento legislativo che chiarifichi la situazione per i prodotti trasformati, spesso spacciati per italiani e contenenti sostanze aromatizzanti che si sostituiscono o si affiancano al prodotto richiamato in etichetta”.
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