Tajani: per i dazi sul riso asiatico siamo vicini al traguardo

Tajani: per i dazi sul riso asiatico siamo vicini al traguardo

di Gianfranco Quaglia

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Nella foto: Antonio Tajani con il sindaco di Vercelli, Maura Forte, e Alberto Cirio

“Abbiamo lavorato con passo d’alpino, cominciando nel 2014 per vincere la sfida. Il 4 dicembre ci sarà il voto definitivo da parte degli Stati membri. Siamo vicini al traguardo”. Così Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo, ai risicoltori italiani che da cinque anni inseguono l’obiettivo: ripristinare i dazi sul riso d’importazione da Myanmar e Cambogia, che ha messo in crisi il settore. “C’è voluta una legislatura per dimostrare che avevamo ragione” ha proseguito Tajani, invitato a Vercelli dal presidente della Provincia, Riva Vercellotti e dall’europarlamentare Albero Cirio, entrambi presenti all’incontro che si è svolto nell’aula consiliare, con gli esponenti della filiera risicola italiana e dei sindacati agricoli. L’antefatto: qualche settimana fa la Commissione Europea aveva riconosciuto valide le argomentazioni addotte dai Paesi europei produttori di riso, in prima fila l’Italia, che con il suo pressing portato a Bruxelles da Ente Risi e ministreri delle Politiche Agricole e dell’Economia. Convinta la Commissione, che è d’accordo a far scattare la clausola di salvaguardia con il riprisino dei dazi, ora si trata di compiere l’ultimo definitivo e decisivo passo: il sì dei rapresentanti dei 28 Paesi Ue nel Comitato Sistema Preferenze Generalizzate. Si riunirà il 4 dicembre e in vista di quella data occorre dare forza alle tesi italiane. “Sono abbastanza ottimista – ha proseguito Tajani – l’aria è positiva, ma questa vicenda deve insegnarci una lezione: non possiamo più avere tempi biblici, cinque anni d’attesa sono troppi, occorre ridurli. Ma dobiamo guardare subito anche oltre, cioè alla prossima Pac. E’ previsto che il bilancio europeo subirà una decurtazione a causa della Brexit, è ingiusto che a pagare i tagli sia soprattutto la Politica Agricola Comune. Il Parlamento europeo ha già espresso la sua contrarietà, presentando un bilancio alternativo a favore della Pac, senza nessun taglio. A questo pounto è probabile che la Commissione bocci il primo progetto e che si riapra il dibattito. Non possiamo accettare che l’agricoltuira paghi dazio per uscita della Gran Bretagna dell’UE”.

In merito agli effetti Brexit il Presidente dell’Europarlamento ha insistito su un punto: “L’idea di una frontiera flessibile tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda potrebbe portare a una importazione di prodotti agricoli nell’area UE che non rispondono a regole europee. Insoma prodotti di altri Paesi che entrano in Europa attraverso una frontiera groviera”.

Il presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà, che in precedenza aveva già incontrato Tajani per discutere della clausola di salvaguardia quando la linea della Commissione europea era ancora incerta, a Vercelli ha sottolineato l’importanza della conclusione positiva dell’inchiesta sui danni provocati dalle concessioni daziarie a Cambogia e Myanmar e ha ribadito l’importanza che le istituzioni si muovano con coerenza, d’intesa con il Governo italiano, per arrivare in dicembre al voto dei Paesi membri con cui l’Europa applicherà la clausola di salvaguardia alle importazioni di riso a dazio zero dai Pma. “Si tratta – ha aggiunto Carrà – di una misura non risolutiva per la crisi del riso ma sicuramente molto importante e alla quale l’Ente Risi ha lavorato intensamente in questi anni. Il compito dell’Ente è stato quello di coordinare la filiera italiana ed europea fornendo il necessario supporto tecnico e giuridico. Un analogo supporto è stato fornito al Governo italiano; ancora recentemente Mipaaft e Mise sono stati invitati dal presidente Carrà a lavorare in piena sinergia per assicurare il voto dei 28 Paesi all’adozione della clausola. Ora l’Unione Europea ci ha offerto un’opportunità, cerchiamo di non sprecarla. Nei prossimi tre anni ci chiede di riprendere le coltivazioni di riso Indica, di organizzarci meglio e di evitare manovre di tipo speculativo”.

Gli altri interventi. Mario Francese, presidente Associazione Industrie Risiere: “Il nostro settore è sano: il 25 per cento del riso consumato in Europa è di origine italiana e stiamo assistendo a un 35 per cento in più di consumi. La battaglia che abbiamo portato avanti è frutto di una responsabilità privata e pubblica che hanno agito insieme”.

Giovanni Perinotti, presidente Confagricoltura Vercelli: “Se serve per l’ultimo sforzo siamo pronti a portare i risicoltori a Bruxelles”.

Paolo Dellarole, presidente Coldiretti Vrcelli e rsponsabile settore riso Coldireti: “Noi risicoltori abbiamo lasciato sul terreno almeno 30 milioni di euro, corrispettivo dei danni subiti dall’importo”.

Manrico Brustia, presidente Cia: “Più attenzione negli accordi bilaterali, reciprocità nelle regole. Il riso non deve più esere usato per scambi commerciali”.

Alberto Cirio: “Quando abbiamo portato a Bruxelles un documento sottoscritto da tutti i sindaci della zona, l’Europa ha capito che l’economia del riso è un’economia di tutta l’Italia.

Altri interventi sono arrivati sindaco Maura Forte, degli on. Pichetto e Cattaneo.

 

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