Con il titolo “Questa Cambogia non convince”, l’Ente Nazionale Risi nel suo ultimo RisoNews, la consueta newsletter settimanale di informazioni, stigmatizza ancora una volta la discrasia esistente nell’accordo Commissione Europea-Cambogia nato per aiutare gli agricoltori del Sudest asiatico, in quanto appartenenti ai Paesi meno avanzati, concedendo loro di esportare nell’UE il riso a dazio zero. In realtà i benefici non sono andati a loro favore. Nell’ultimo Comitato di gestione i rappresentanti del Ministero delle Politiche Agricole e dell’Ente Nazionale Risi hanno infatti segnalato alla Commissione europea la necesità di trovare un’urgente soluzione rispetto alle importazioni a dazio zero dalla Cambogia, che stanno mettendo in difficoltà il nostro made in Italy e la produzione di riso tipo Indica.
A sostegno della richiesta – dice la nota Ente Risi – i delegati italiani hanno addotto questioni giuiridiche, oltre che ragioni di mercato. Infatti è stato sostenuto che la notizia della riduzione del 41% della quotazione del risone cambogiano da metà agosto a oggi e della mancata corrispondenza con la riduzione del prezzo del riso lavorato evidenzia come il regolamento Eba (everything but arms), cioè possibilità di esportare tutto a dazio zero tranne le armi, non stia raggiungendo i suoi scopi, ossia quello di migliorare le condizioni di vita della popolazione cambogiana e di ridurne la povertà.
L’affondo dell’Italia è stato particolarmente apprezzato dalle delegazioni spagnole e portoghesi che si sono complimentate, segnalando alla Commissione l’urgenza di trovare una soluzione a un problema che sta creando difficoltà di mercato anche nei loro Paesi.
E la Commissione? <Non ha potuto far altro che confermare i dati della delegazione italiana – dice Ente Risi – ribadendo, per l’ennesima volta, che monitorerà attentamente la situazione>.
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