Agrinsieme Piemonte Nord-orientale, il coordinamento nato fra le tre organizzazioni agricole (Confagricoltura, Coldiretti e Cia) prende posizione sul futuro del riso, in particolare sull’aiuto accoppiato. Paola Battioli, presidente di Confagricoltur Novara e coordinatrice dell’organismo: «Senza l’aiuto accoppiato la risicoltura italiana rischia di essere fortemente ridimensionata, mettendo a rischio l’agricoltura di un intero territorio, che nell’area storica di produzione non potrebbe essere riconvertito ad altre colture». E’ l’ennesimo allarme che arriva dal mondo produttivo nel momento in cui si stanno definendo, tra Ministero delle Politiche Agricole e Regioni, le scelte nazionali per la nuova Pac (Politica agricola comune) 2014-2020 con particolare riferimento ai settori su cui far confluire il cosiddetto aiuto acoppiato. In una nota congiunta si dice fra l’altro che «il superamento del riferimento all’aiuto storico aziendale e il processo di convergenza porteranno a una riduzione considerevole dei valori dei premi per le aziende risicole che potrebbe essere parzialmente compensata solo con il riconoscimento di un aiuto accoppiato. Purtroppo gli esiti degli ultimi incontri non sembrano promettere i risultati attesi dalla filiera risicola. La risicoltura ha goduto nell’ultimo periodo di programmazione di un aiuto specifico di circa 100 milioni annui, riconosciuti al settore in virtù di una serie di elementi peculiari quali la valenza ambientale della risaia, la sua importanza vitale per il regime delle acque dell’intera pianura padana grazie anche all’imponente rete irrigua, costi di produzione molto più elevati rispetto agli altri cereali».
A tutto ciò si aggiunge la grave situazione di mercato internazionale, con l’importazione ai massimi livelli di cereale a dazio zero dai paesi meno avanzati, per cui l’Italia ha chiesto all’Unione Europea l’applicazione della clausola di salvaguardia.
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