Bello, interessante, stupendo: così è il territorio dell’Alto Piemonte. E i vini? Di grande pregio e qualità. Peccato che nel mondo pochi conoscono l’esistenza di questi luoghi. Qui manca il marketing e non c’è la capacità di promuovere. Giudizi taglienti quelli di un gruppo di giornalisti arrivati da mezza Europa per un educational tour sulla realtà agroalimentare ed enologica del Nord Piemonte.
Secondo i rappresentanti della stampa estera, che channo inco trato produttori, visitato cantine e ristoranti, la sfida centrale è il marketing. Come rapresentare i vini, il territorio e fare business? C’è molto da lavorare per aprire all’Europa. E i giudizi scavano ancora più in profondità: <Per fare wine tourism occorre maggiore collaborazione tra ristoratori e produttori, avere ristoranti buoni, creare uan rete di strutture per turisti e B&B, realizzare siti internet in lingua inglese con informazioni e spiegazioni del territorio.
Poi basta con il campanilismo: è molto importante che il territorio si presenti unito, nella sua complessità e con tutte le Doc. Al massimo all’estero conoscono le Docg Ghemme e Gattinara, ma il resto no. Ronald de Groot, caporedattore della rivista Perswijn dice che sono assenti comunicazione e promozione. E che negli aeroporti di Torino e Milano non si trova nessun vino dell’Alto Piemonte. L’inglese Sadler: inventate un progetto promozionale, battezzatelo con un nome (magari Piemonte Alpino). Kutkovskaja, giornalista russa: c’è molto interesse per il prodotto made in Italy, ma nel suo paese c’è anche la curiosità di sapere di più sull’Italia.
You must be logged in to post a comment Login