Recita un antico adagio cinese: <<Mangia il tuo riso, al resto ci penserà il cielo>>. In Oriente non mancamai una ciotola, un piatto ,una proposta nei menù senza l’antico Oryza Sativa, che rappresenta il primo alimento per miliardi di persone sul Pianeta Terra. I consumi mel comntinente asiatico come in quello africano raggiungono numeri a tre cifre: 150 chilogrammi pro capite iomn Cambogia, 140 in Vietnam e Thailandia, 139 in Madagascar, 120 in Sierra Leone.
Quantità da capogiro se si raffrontano con quelli in Occidente: oltre 5 chili pro capite nell’area comunitaria, poco meno di 6 in Italia, L’esiguità dei consumi è uno dei problemi per l’affermazione della nostra risicoltura, con una produzione eccellente per qualità, ma eccedente rispetto alla richiesta interna, tanto che i due terzi devomno essere esportati. L’intensa campagna promozionale che la filiera cerca di condurre per sensibilizzare i consumatpori italiani smuove qualcosa, ma non volumi tali da diminuire l’export. Tuttavia – e questo è il dato nuovo e più confortante – da tre anni c’è in atto seppur di poco una controtendenza proprio in Italia. Dal bilancio di collocamento redatto dall’Ente Nazionale Risi emerge una fotografia più meno fosca: per il terzo anno consecutivo si registra un incremento del consumo atestato a livello record di 392.570 tonnellate. Rispetto alla campagna 2014-2015 il consumo disulta in aumento del 3%, grazie al maggior gradim,ento delle varietà medio-lungo A e tondo. In diminuzione, invece, il riso lungo B (finalizzato a insalate e contorni).
Questo quadro si presta a più considerazioni: il riso made in Italy è aprezzato dalle nuove generazioni; anche al Sud, dove tradizionalmente ha sempre faticato a imporsi, c’è un interesse marcato soprattutto fra i giovani, come ha potuto constatare Paolo Carà, presidente dell’Ente Ruisi, durante un viaggio promozionale. Un altro fattore di gradimento è sicuramente dovuto alla presenza di extracomunitari, abituali consumatori di riso nei loro paesi d’oriogine. Infine, la diverdsificazione dell’utilizzo riso attraverso i derivati proposti dall’iondustria di trasformazione: prodotti per la prima colazione, farne, pasticceria, cposmesi. Non ultima l’immagione del riso associato alla linea salutistica.
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