Le ultime piogge sul Piemonte non hanno cambiato la situazione idrica e il tasso di siccità nei campi. I consorzi irrigui piemontesi stanno affrontando una crisi irrigua senza precedenti che si protrae ormai da mesi, come conseguenza delle scarse precipitazioni nevose, dell’assenza di piogge significative da inizio anno con forti deficit di portata dei corsi d’acqua (anche del 90%) e preoccupanti abbassamenti dei livelli di falda.
La caccia all’acqua è diventata quasi spasmodica. Gli appelli e le polemiche all’ordine del giorno, con un rimpallo di responsbilità. Il fatto è che la risorsa disponibile è assolutamente insufficiente. I consorzi hanno diffuso una nota nella quale si sottolinea che “pur con notevole aggravio economico e gestionale, sono impegnati a cercare di distribuirla in modo equo ed efficiente per coprire i fabbisogni minimi di tutte le aziende, anche di quelle che solitamente usufruivano delle acque di colatori e fontanili, oggi quasi azzerate. In alcune aste fluviali i consorzi si sono organizzati con turnazioni straordinarie che consentono agli stessi di prelevare un corpo d’acqua minimo utilizzabile, e di garantire contemporaneamente il DMV di legge in alveo, in alcuni casi rilasciato in deroga. In questo periodo dell’anno la maggior parte delle colture presenti sul territorio regionale si trova nel momento di massima idroesigenza e la mancanza di disponibilità idrica per la grave siccità in corso, sta compromettendo buona parte dei raccolti”.
Alle perdite di produzione si sommano per alcuni Consorzi gli sproporzionati aumenti dei costi dell’energia elettrica utilizzata per il sollevamento dell’acqua. Con il passaggio da 190 €/MWh del 2021 a 465,80 €/MWh del luglio 2022, in alcune aree è stato sospeso il servizio di irrigazione, avendo ampiamente superato le somme a disposizione nel bilancio consortile per coprire le spese energetiche, ed è stato chiesto di ripristinare i contributi per i costi energetici previsti dalla L.R. 63/’78, che in passato consentiva alla Regione di sostenere i comprensori irrigui estesi in aree geograficamente sfavorevoli per l’approvvigionamento d’acqua.
A causa della grave siccità tuttora in corso si sono già manifestate le ripercussioni economiche sul mercato dei prodotti agricoli, né è un esempio il Comune di Centallo (CN), storica piazza del mercato del fagiolo rosso della Provincia di Cuneo, dove non è stato possibile aprire il mercato per scarsità o addirittura assenza di prodotto.
Vittorio Viora, presidente di Anbi Piemonte (Associazione consorzi bonifica) e il direttore Mario Fossati: “A fronte di questa situazione a dir poco drammatica auspichiamo che le istituzioni preposte possano ascoltare le richieste già più volte avanzate dai consorzi irrigui e dare il via oltre che ai necessari ristori ad un deciso programma di interventi sulle reti irrigue e per la realizzazione di nuovi invasi (grandi invasi sull’arco alpino e piccoli invasi diffusi – come ad esempio il piano laghetti recentemente presentato al Governo) ad uso plurimo destinati a creare le riserve non solo per l’agricoltura ma anche per l’idropotabile”.
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