La siccità che ha condizionato la produzione risicola 2022 dovrà essere evitata o arginata in qualche modo nel 2023. Tutti concordi nel prevenire gli effetti. Questo il senso dell’incontro che si è tenuto al Centro Ricerche sul Riso di Castello d’Agogna (PV), alla presenza degli assessori all’agricoltura di Lombardia e Piemonte.
Partecipazione numerosa. Oltre ai rappresentanti delle associazioni di categoria agricola delle province risicole delle due regioni e delle associazione irrigue, sono intervenute le Università di Milano e Torino con team di esperti sulla risorsa idrica. La gestione e la tutela del cosiddetto “oro blu” deve occupare un posto centrale nell’agenda politica nazionale velocizzando iniziative anche strutturali come la realizzazione di nuovi bacini di contenimento la cui realizzazione ormai non è più rimandabile visto il cambiamento climatico che affligge i territori.
Il presidente di Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, ha evidenziato come gli interventi strutturali (leggi bacini di raccolta e invasi) richiederanno tempi lunghi per la loro realizzazione che sono incompatibili per l’urgenza di gestire al meglio la risorsa idrica disponibile. A tale scopo ha richiesto la costituzione di un gruppo di lavoro, che si riunirà nei prossimi giorni, in modo da redigere linee guida per il settore che siano in grado di consentire una ripresa della coltivazione del riso italiano.
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