Più riso tondo (quindi da risotto) e soltanto leggero aumento di superficie coltivata a riso Indica: queste le richieste dell’industria ai risicoltori itlaiani, emerse durante l’ultima Consulta risicola dell’Ente Nazionale Risi riunita al Centro Ricerche di Castello d’Agogna. Se fossero confermate sarebbero in controtendenza rispetto alle aspettative legate all’approvazione della clausola di salvaguardia da parte della Commissione Europea, per bloccare le importazioni dal Sudest asiatico, ipotizzando un prevedibile aumento della produzione di Indica in Italia.
Durante le riunione della Consulta l’Ente Nazionale Risi ha evidenziato come il sondaggio semine per il 2018 sia risultato coerente con le effettive superfici coltivate dai risicoltori, mentre per il 2019, considerata l’estrema incertezza a seguito dell’applicazione della clausola di salvaguardia sulle importazioni da Cambogia e Myanmar, l’Ente ha deciso di acquisire maggiori informazioni in modo da fornire un quadro più definito all’inizio del mese di marzo. In generale da un confronto con gli attori della filiera si evidenzia un aumento importante del comparto dei risi tondi, un aumento contenuto dei lunghi A da mercato interno, un’invarianza per i lunghi B.
L’Ente ha presentato alla riunione un’analisi per gruppo varietale relativa all’andamento del mercato nelle ultime quattro campagne e in quella corrente, evidenziando la correlazione inversa tra la disponibilità vendibile e il prezzo di vendita del risone sul mercato.
L’Ente ha riportato le superfici richieste dall’AIRI (Associazione industrie risiere italiane) per il 2019, dettagliate per gruppo varietale, invitando i membri della Consulta a fornire le proprie considerazioni.
Nel dibattito i rappresentanti dei risicoltori hanno manifestato perplessità per la richiesta di un aumento così considerevole della superficie a riso ed in particolare per i risi tondi. Circa il dato Airi per la richiesta di riso lungo B, la parte agricola ritiene il dato basso rispetto alle aspettative legate all’applicazione della clausola di salvaguardia. Inoltre, i rappresentanti dei risicoltori hanno chiesto se la maggior richiesta di superficie sia da imputare effettivamente ad un aumento dei consumi o se quest’ultimo sia solo il frutto di un ribasso del prezzo del risone.
I rappresentanti dell’industria hanno motivato le proprie richieste, spiegando che le quotazioni attuali dei risoni sono tali da renderne difficile la commercializzazione e, pertanto, l’aumento di superficie di alcuni comparti è motivata con la necessità di riportare il mercato in equilibrio. Secondo l’industria si sta registrando una maggiore richiesta di riso tondo legato ad un aumento dei consumi. Circa il riso lungo B, la motivazione di una richiesta di superficie pari a 57.000 ettari (poco più dello scorso anno) risiede nel fatto che i mercati non si adeguano immediatamente alle mutate condizioni e quindi la loro indicazione deve essere valutata in un’ottica di prudenza.
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