Il primo tentativo è stato compiuto con le bevande vegetali, poi si passerà agli snack. Infine al risotto. Riso Scotti non ne fa mistero: con la diversificazione del prodotto riso coltivato in Italia e trasformato nella sua azienda di Pavia vuole andare alla conquista dell’impero del Dragone, in un momento difficile per l’economia e il mercato cinese. Ma il presidente Dario Scotti è sempre stato così: cercare le sfide difficili, questa volta ancora più complicata e apparentemente impossibile perché si tratta di convincere la Cina, maggior produttore al mondo di riso, a consumare quello italiano.
Il tentativo passa attraverso la parola «diversificazione». E allora ecco che il cereale Made in italy, declinato sulle sue innumerevoli potenzialità, può diventare un prodotto attrattivo anche per i cinesi, un mercato con un potenziale di consumatori di 2,5 miliardi. ma è anche un consumatore esigente da conquistare, lo sanno bene sia Dario Scotti sia Rosa Maria Giupponi, amministratore delegato del gruppo che all’estero è già presente in Romania (con risaie e stabilimenti di trasformazione), esporta in Francia, Brasile e Spagna, dove due anni fa ha venduto il 25% della Scotti a Ebro Foods, il colosso iberico del settore alimentare, per avere peso in un mercato più ampio e internazionale.
L’operazione Cina è seguita passo passo dal presidente e dal ceo Rosa Maria Giupponi in prima persona: contatti, scambi di visite in Cina sia a Pavia. Un approccio sul campo è avvenuto con l’invio di bevande vegetali Riso Scotti, gluten free, puntando sul fatto che oltre l’80 per cento della popolazione cinese ha problemi di intolleranza al lattosio per mancanza dell’enzima che sintetizza la caseina. ma il grande salto potrebbe essere compiuto con la diffusione degli snack, le merendine, che sarebbero la chiave di volta per conquistare la platea dei consumatori più giovani. Giupponi: «Per ora stiamo cercando di capire come si possa costruire concretamente un mercato in Cina, presto avremo altri incontri in Italia, le premesse sono interessanti».
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