Il riso deve essere riconosciuto prodotto sensibile sia negli accordi commerciali che nella nuova a; modifica della normativa sulla clausola di salvaguardia in modo che scatti automaticamente quanto le importazioni superano in percentuale un valore fissato. Ancora: contrastare le violazioni dei diritti umani in quei paesi che hanno accordi commerciali con l’Ue. Reciprocità nella regolamentazione dell’uso dei fitofarmaci. Infine fare chiarezza sulla norma europea dell’origine in etichetta e revisione del periodo di transizione per la commecializzazione del riso in caso di riduzione dei limiti dei principi attivi. Queste le priorità che saranno al centro del terzo forum europeo sul riso che l’Ente Nazionale Risi ha annunciato di organizzare nuovamente a Bruxelles.
“La campagna elettorale è finita – sottolinea il presidente Paolo Carrà – e questo è il momento di augurare buon lavoro ai neoeletti, dal governatore del Piemonte Alberto Cirio ai nuovi eurodeputati. Ma è anche il momento di fare squadra per difendere con intelligenza e lungimiranza il made in Italy, riso italiano compreso. In questi anni la filiera risicola ha sperimentato l’importanza di lavorare insieme, portando a casa la clausola di salvaguardia grazie al sostegno di tante forze politiche. In quella battaglia abbiamo avuto dalla nostra parte anche numerosi eurodeputati che hanno partecipato al secondo forum europeo sul riso, tenutosi a Bruxelles nel gennaio 2018. Vogliamo incontrarli quanto prima per proseguire il nostro lavoro in Europa, a tutela delle produzioni di qualità e del reddito agricolo”. Ai punti fondamentali si aggiunge la necessità di coordinare le esigenze del settore nelle diverse Regioni, dalle quali dipenderà la prossima programmazione dei Psr e, sempre di più, l’applicazione della nuova Pac. Probabilmente il forum si terrà in settembre.
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