Via alla raccolta del riso in Piemonte. Da un primo monitoraggio Coldiretti ci sarà un calo stimato della produzione del 10%, in un momento dove le temperature si registrano ancora estive.
“La stagione è stata caratterizzata dai primi mesi invernali e primaverili molto siccitosi – spiega Roberto Guerrini, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore risicolo – per poi registrare un diverso trend con piogge, anche abbondanti, nei mesi successivi per cui la produzione si stima possa avere un calo di circa il 10% per via del clima. Il 2023, infatti, che si posiziona in Italia al terzo posto tra gli anni più caldi dal 1800, ha visto il moltiplicarsi di bombe d’acqua, vento e grandine alternate a sbalzi termici traumatici. Resta alta la qualità delle nostre produzioni che si concentrano nelle province di Vercelli e Novara con un totale di circa 100 mila ettari. A pesare, oltre agli effetti del clima pazzo, sono gli squilibri causati dalle manovre dell’India che sta spingendo per un aumento dei contingenti a dazio zero e per alzare i limiti di tolleranza sugli agrofarmaci come il triciclazolo. Una situazione che ha un impatto anche sull’Italia con le importazioni di riso dall’India che sono più che raddoppiate (+155%) nel 2023”.
“Nonostante l’Italia sia il principale produttore di riso in Europa, con il 50% dei raccolti per un quantitativo di circa 1,4 milioni di tonnellate di risone all’anno, più di un 1 pacco di riso su 4 venduto in Italia arriva dall’estero. Per questo è necessario che tutti i prodotti che entrano in Europa ed in Italia rispettino i criteri di sicurezza alimentare ed ambientale adottati a livello nazionale e comunitario. Per sostenere la produzione nazionale bisogna lavorare sugli accordi di filiera che sono uno strumento indispensabile per la valorizzazione delle produzioni nazionali e per un’equa distribuzione del valore lungo tutta la catena, dalla produzione al consumo”, concludono Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale.
Nelle vendite al dettaglio si sta affermando una nuova strategia di marketing, permessa dalla legge, con pacchi che mettono in evidenza la scritta “Riso da risotto” per poi indicare in piccolo, magari su un lato nascosto della scatola, tipologia riso Lungo A, origine in Myanmar, in Vietnam o in Cambogia. La Coldiretti consiglia quindi di verificare in etichetta che nei pacchi di “Riso da risotto” sia indicata l’origine italiana per un prodotto coltivato secondo criteri di salubrità e di sostenibilità ambientale e sociale.
Foto da “Strada del riso vercellese di qualità”
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