Erpici rompicrosta e strigliatori, pacciamtura verde, semina interrata. Nelle risaie sperimentali del Centro ricerche del’Ente Nazionale Risi di Castello d’Agogna (Pavia), il progetto “Risobiosystems”, finanziato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e realizzato da CREA, Ente Nazionale Risi, Consiglio Nazionale delle Ricerche ed Università di Torino e di Milano, ha già dato risultati incoraggianti. Il progetto ha l’obiettivo di individuare e sperimentare varie tecniche agronomiche innovative per la coltivazione del riso biologico (es. trapianto, pacciamatura, subirrigazione, etc.). Altre risaie sperimentali in aziende di Mede Lomellina, Rovasenda, Brusnengo e Trino Vercellese. A questo progetto lavora il ricercatore Marco Romani. Le conoscenze certe si avranno solo tra sei o sette anni. L’Ente Nazionale Risi ha allestito risaie sperimentali in questo progetto anche nella Baraggia vercellese, dove le caratteristiche pedoclimatiche hanno indotto a testare tecniche di pacciamatura verde con loietto ed un erpice “a vasino” per il controllo delle infestanti dopo la sommersione. «Si ara, si sommerge e si lasciano germinare le infestanti intervenendo con l’erpice prima della semina: ci pare una soluzione convincente per la risicoltura sopra certe latitudini» osserva Romani. Alle visite ha partecipato un centinaio di operatori.
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