Si chiama “Risinnova” . E’ un progetto nato su iniziativa di 13 fondazioni che hanno promosso la ricerca nel settore risicolo a sostegno della ricerca, pe arrivare a produrre nuove varietà più rispondenti alle esigenze sia colturali sia di mercato. Non solo: ottenere varietà adattabili alle varie condizioni ambientali per consentire una riduzionedei costi di produzione. A “Risinnova” ha partecipato il Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura) di Vercelli, diretto da Giampiero Valè. I risultati sono stati presentati durante un convegno che si è svolto a Vercelli. L’apporto del Cra è stato fondamentale per lo sviluppo della ricerca: in particolare i risultati hanno permesso di identificare nuovi fonti di resistenza a malattie sia marcatori molecolari finalizzati a ridurre i trattamenti chimici per il controllo delle patologie. Durante i lavori sono intervenuti molti ricercatori, a cominciare da Elisabetta Lupotto, direttore del Dipartimento di biologia e produzioni vegetali del Cra nazionale. Sull’indispensibilità della ricerca, la necessità di arrivare a un marchio del riso itlaiano, hanno parlato Paolo Carrà, presidente Ente Nazionale Risi, Paolo Dellarole (Coldiretti), Manrico Brustia (Cia). E’ seguita una tavola rotonda moderata dallo scrittore e giornalista scientifico Piero Bianucci.
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