Se ne parla da vent’anni, da quando Andrea Desana, allora direttore di Coldiretti Vercelli, lanciò l’idea: un
riso Igp della Valle del Po. Ora la proposta torna d’attualità, anzi il comitato promotore ha annunciato la
presentazione della richiesta al Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Un
passo decisivo, che potrebbe sfociare nel ricnoscimento. Desana, oggi presidente del Comitato Casale
Capitale della Doc, non è più alla guida del movimento promotore, ma può essere considerato ancora il
“papà” di questo progetto. Ci ha sempre creduto, non ha mai desistito sin dal momento in cui aveva
allargato l’idea a decine di imprenditori agricoli, riserie, esponenti della filiera risicola.
In Italia esistono già tre riconoscimenti: la Dop (unica in Europa) riso di Baraggia Biellese e Vercellese;
la Igp Delta del Po e la Igp Riso Nano Vialone Veronese. Ma la nuova, futura Igp andrebbe oltre e
comprenderebbe decine di comuni lungo l’asse del Po, che abbraccia le province di Vercelli, Novara,
Alessandria, Pavia, Milano, Lodi. Un prodotto rappresentativo di una realtà che include oltre al cosiddetto
“triangolo d’oro” della risicoltura tra Piemonte e Lombardia, anche la pianura attorno alla metropoli
milanese. La domanda – come è stato annunciato in un recente convegno a Villanova Monferrato – è
stata inoltrata al Ministero e alle Regioni Piemonte e Lombardia.
Le varietà interessate sono quelle più caratteristiche e di migliore qualità a livello nazionale quali Arborio,
Baldo, Carnaroli, Roma, Vialone Nano, gruppo Ribe, S. Andrea, Tondo, Lungo A lungo, Lungo A da
risotto e Lungo B. La Igp garantirebbe una chiara distinzione del prodotto italiano in un momento di
imitazioni, soprattutto all’estero. E a questo proposito sarebbe stato ipotizzato un marchio evocativo per il
riso della Valle del Po da esportare: “Rice Po Valley”. In altre aprole: vendere il “terroir”, il territorio, come
avviene con il vino. Oltre al prodotto, la storia, la cultura, l’arte, la gastronomia e l’accoglienza.
“Rice Po Valley” Chiesta nuova Igp per il riso italiano
di Gianfranco Quaglia
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