<Bellissimo sentire il profumo dell’erba>. Queste parole, pronunciate da Samantha Cristoforetti, AstroSamantha, come lei stessa si è autodefinita, rimarranno impresse per sempre nella storia dell’astronautica. Il colore verde intenso dell’erba cresciuta nella steppa del Kazakhstan è stato il primo impatto di Samantha (199 giorni nello spazio, record finora ineguagliato pe una donna), che sulla Soyuz si stava avvicinando alla Terra. E quella macchia, via via sempre più ravvicinata, è stato il punto di riferimento, d’attrazione per la donna delle stelle, abituata a ben altri panorami osservati nello spazio 400 chilometri dalla Terra. Poi, quando il portellone della Soyuz è stato spalancato, ecco il profumo di quell’erba che la riconciliava con il pianeta d’origine. <Bellissimo sentire il profumo dell’erba> e ha sorriso, avvolta da una sensazione di casa globale che solo l’erba, la terra, quella senza T maiuscola, sano dare: il ritorno quasi ancestrale alle origini.
Il rapporto di AstroSamantha con il mondo vegetale e l’agricoltura in generale non si limita alle sensazioni provate al rientro. Durante la permennza nello spazio il capitano Cristoforetti ha svolto esperimenti in vari ambiti: uno di questi riguardava le piante. Samantha ha utilizato l’Arabidopsis Thaliana (nota anche come arabetta comune), una classica pianta modella per la ricerca, considerata candidato ottimale per osservare i cambiamenti indotti dall’ambiente del volo spaziale. E’ stato infatti evidenziato che l’espressione dei geni cambia in risposta all’assenza di peso, portando a modifiche alla struttura delle radici, alla crescita e al rimodellamento della parete cellulare nello spazio. L’esperimento, denominato APEX-03, era finalizzato a studiare la risposta delle piante in condizioni di microgravità, per ottimizzare le pratiche agricole.
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