Che Leonardo da Vinci sia considerato il Genio non c’è alcun dubbio. Un Gigante, declinato in più discipline. E titano è il busto a lui dedicato che sarà collocato davanti allo stabilimento di produzione del dottor Dario Scotti, a Pavia, uno dei protagonisti della filiera risicola italiana. Tra il Genio vinciano e l’imprenditore pavese, separati da secoli e ovviamente esperienze diverse, c’è un filo sottile che li unisce: il riso. Meglio, l’acqua. Senza la quale, governata dal grande Leonardo nel Rinascimento su richiesta di Ludovico il Moro, la risicoltura italiana non si sarebbe mai sviluppata. Il Dottor Scotti ha colto al volo questo legame e ne ha fatto un “must”. La statua, opera realizzata da Eleonora Francioni e Antonio Mastromarino, diventerà il simbolo attrattivo per gli automobilisti in transito. L’idea è stata presentata lungo un corso d’acqua, nel cuore di Milano, quel Naviglio ideato da Leonardo, luogo emblematico ed evocativo. Qui Scotti e il suo staff hanno voluto dare il via a quello che l’imprenditore ama definire “un nuovo Rinascimento” della risicoltura. Un messaggio forte da post-pandemia, con il fervore che si sta fa facendo strada. Nulla da spartire con le “movide”, piuttosto con la voglia di ricominciare proprio dalla cultura e da quei Giganti che nei momenti tragici ci hanno indicato la via per uscire dalle sacche. Ce lo ricorda Barbara Frale, ufficiale dell’Archivio Apostolico Vaticano, autrice di “Leonardo da Vinci, il mistero di un genio”. Ma anche Quirino Barone, imprenditore della cascina Malfatta di Ronsecco (Vc), o Adolfo Barbonaglia di Stroppiana, una delle aziende top dell’agricoltura di precisione. Oppure Ombretta Bertolo, appassionata portavoce di Ovest Sesia, la quale sfata la “fake news” della risaia sciupona: non spreca acqua, ma ne restituisce più di quanto ne riceva.
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