di Gianfranco Quaglia
“L’agricoltura piemontese ha grandi potenzialità, ma ha bisogno di una marcia in più per migliorare l’innovazione e la commercializzazione”.
Marco Protopapa, neo-assessore all’Agricoltura, al Cibo, a Caccia e Pesca della Regione Piemonte guidata da Alberto Cirio, guarda oltre la sede dell’assessorato di Corso Stati Uniti a Torino per interpretare le esigenze e le aspettative degli imprenditori agricoli del Piemonte: “Questa regione – sottolinea – ha la fortuna di disporre di grandi risorse, non tutte però sono espresse al massimo. C’è ancor spazio per molti settori. Il vino rappresenta una locomotiva, riconosciuta da tutti. Negli ultimi anni ha compiuto passi giganteschi, il merito è stato riconosciuto da tutti i media e il settore è quello che ha avuto maggior riscontro proprio sui giornali. Ma penso anche ad altri comparti, come la zootecnia e il riso, altrettante realtà piemontesi di eccellenza. Noi dobbiamo valorizzare l’intero territorio anche sotto il profilo enogastronomico, non a caso mi è stata affidata anche la delega al cibo”.
Psr (Programma di sviluppo rurale). Altro tema su cui si innesta il presente, ma soprattutto il futuro delle aziende che ricorrono ai finanziamenti europei. “Faremo un bilancio dei soldi rimasti in cassa, non ancora utilizzati. Cercheremo di recuperarli, vogliamo evitare di restituirli a Bruxelles. Il Psr è un grande strumento di sviluppo al quale non sempre nel mondo agricolo esiste una mentalità pronta a cogliere le opportunità”.
Ma il nemico numero uno si chiama burocrazia…
“Dalla burocrazia non si può prescindere, ma noi intendiamo una burocrazia utile, che serva. Se un’azienda agricola non può accedere a Internet perché manca la banda larga, che cosa possiamo pretendere? Innanzitutto si dovrà mettere in condizione gli agricoltori di usufruire degli strumenti essenziali pe competere ed essere al passo con i tempi”.
Le polemiche sul calendario venatorio
“Se c’è qualche piccola variazione cercheremo di apportarla, ma senza convocare tavoli con tutte le organizzazioni. Se riusciamo a modificare il calendario senza stravolgimenti lo faremo, altrimenti ci teniamo quello che c’è e poi penseremo alle modifiche più avanti”.
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