Torna la polemica sul prezzo del latte alla stalla in Piemonte. Confagricoltura avvia il confronto con la filiera per contrastare la crisi . <La situazione è delicata: il prezzo del latte alla stalla è troppo basso e occorre intervenire con forza per evitare che le imprese di allevamento siano le sole della filiera a pagare i danni della crisi>. Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Piemonte, interviene sull’andamento delle quotazioni del latte. I tecnici di Confagricoltura rilevano che il valore medio del latte <spot> alla Camera di Commercio di Lodi nella seconda quindicina dello scorso mese di novembre è stato di 37,89 centesimi al litro; a giugno era fissato a 42,40 centesimi al litro, mentre nel mese di novembre 2013 gli allevatori ricavavano mediamente 52,97 centesimi al litro. <In un anno i produttori hanno perso oltre 15 centesimi al litro, vale a dire oltre il 28% delle loro entrate: la capacità di sopravvivenza è al limite – dichiara il presidente regionale di Confagricoltura – e in molte realtà non si riescono più a coprire i costi di produzione>.La crisi è aggravata da nuovi timori: nelle ultime cinque annate, a partire dal periodo 2009-2010, l’Italia non ha mai superato il quantitativo di riferimento nazionale. Anche per questo motivo alcuni produttori, in particolare nei Paesi del Nord Europa, in vista della fine del regime delle quote latte (la data di cessazione del sistema vigente è fissata al 31 marzo 2015), hanno aumentato, seppur moderatamente, la consistenza delle mandrie, allevando un maggior numero di vacche rispetto all’anno precedente. Complice un’estate fresca che ha agevolato le rese, anche nel nostro Paese si sta andando ora verso un incremento della produzione che fa rischiare all’Italia il superamento della quota di produzione nazionale, con la conseguente applicazione delle multe a carico degli splafonatori.
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