In Piemonte latte ancora in ebollizione. Il problema del prezzo pagato alla stalla non è stato risolto, ma nei giorni scorsi è stto riaperto il tavolo tecnico che dovrebbe trovare le formule migliori per arrivare a una forma adeguata di prezzo. Un incontro si è svolto all’assessorato all’agricoltura della Regione. <<Solo dal dialogo – dice la presidente regionale di Coldiretti, Delia Revelli – può nascere un confronto positivo e proficuo tra le parti,allevatori e industriali>. E Bruno Rivarossa delegato confederale: <Il comparto lattiero-caseario, nonostante prosegua a livello nazionale e internazionale il trend positivo, non vedere ancora la giusta remunerazione. E’ indispensabile trovare misure, anche riprendendo l’esperienza già ipotizzata in Piemonte dall’indicizzazione del prezzo>>.
Più dura la posizione di Confagricoltura che in una nota sottolinea: <<Il tempo che gli allevatori hanno dato all’industria per concordare la definizione di una tabella qualità per il comparto latte è scaduto>>. Al Tavolo Latte, presieduto dall’assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero, per Confagricoltura erano presenti Pierangelo Cumino (presidente della Sezione Latte Piemonte) e Cristina Donalisio.
A ottobre gli agricoltori avevano chiesto agli industriali di sviluppare un confronto su una tabella qualità omogenea con i parametri di riferimento validi per tutti i caseifici (aperta agli interventi migliorativi delle singole realtà) e su un sistema di definizione dei prezzi che tenesse conto dell’andamento del mercato dei prodotti lattiero-caseari e dei costi di produzione sostenuti dagli allevatori. <<Finora non c’è stata ancora nessuna apertura da parte degli industriali, nonostante che in altre regioni, a partire dalla Lombardia, ciò sia ormai prassi consolidata. Il latte oggi viene pagato in Piemonte tra i 32 e i 34,5 centesimi al litro – ricorda Cumino – mentre in Lombardia si parte dai 38 centesimi. In queste condizioni, se l’industria non adegua i prezzi, si rischia lo stallo totale>>:
Anche su Piemunto il marchio voluto dalla Regione Piemonte per valorizzare nella grande distribuzione i prodotti lattiero-caseari del territorio – prosegue la nota di Confagricoltura – gli agricoltori sono perplessi, poiché sono esclusi dai benefici delle vendite. Al momento, infatti, se ne avvantaggiano soltanto la grande distribuzione e l’industria, ma non gli allevatori che forniscono la materia prima, ai quali il latte continua ad essere pagato allo stesso prezzo di prima.
Insieme alle altre organizzazioni agricole Confagricoltura ha infine chiesto alla Regione di convocare entro fine anno un tavolo tecnico per sollecitare l’industria a definire la tabella unica di qualità insieme alla parte agricola e per affrontare le criticità legate alla diffusione del marchio Piemunto, affinché i benefici delle vendite ricadano anche sulle aziende agricole piemontesi.
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