Insieme al Republic Hydrometeorological Institute of Serbia, al sistema locale della Città di Belgrado ed alla rete del Maldive Meteorological Service, il Consorzio di bonifica Parmense è tra i primi al mondo ad aver installato pluviometri di ultimissima generazione, dotati di sofisticati strumenti tecnologici per il monitoraggio, in tempo reale, dell’intensità delle precipitazioni: a renderlo noto è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
Ubicati in aree dei comuni emiliani di Fontanellato, Colorno e Soragna (un quarto sarà installato nei prossimi mesi a Sorbolo Mezzani), i pluviometri sono in grado, tramite il 3G integrato, di misurare, registrare “in locale” ed inviare “in autonomia”, ad un server FTP, i dati relativi non solo alla precipitazione cumulata, ma anche alla sua intensità al minuto; il tutto senza collegamento ad un “datalogger” esterno.
Calcolati dallo strumento sulla base dei ribaltamenti della bascula, l’intensità reale di pioggia in ogni minuto viene espressa in millimetri all’ora con una precisione determinante per scongiurare criticità idrauliche, consentendo di intervenire tempestivamente per prevenire un evento di piena ed aggiungendo alle tecniche attuali, nonché all’esperienza degli enti consorziali, anche un “big data” preziosissimo per programmare gli interventi idraulici da compiere.
“E’ questa un’ulteriore testimonianza di quella cultura del fare, caratteristica dei Consorzi di bonifica, costantemente impegnati a migliorare la resilienza dei territori di fronte alle conseguenze della crisi climatica; in questo momento così difficile per la vita e l’economia italiane, continuiamo a guardare al futuro” evidenzia Francesco Vincenzi, presidente di ANBI.
“E’ di questi giorni l’ennesimo allerta per rischio idrogeologico in molte zone di un Paese, in cui oltre 3 milioni di famiglie vivono in zone ad alta vulnerabilità, dove sorgono oltre 550.000 edifici minacciati da frane ed oltre 1 milione di immobili sono in pericolo nel caso di alluvioni; tra questi ci sono anche molte scuole e strutture sanitarie, cui aggiungere migliaia di siti culturali e storici – commenta Massimo Gargano, direttore generale di ANBI – Nella prospettiva del Recovery Fund ribadiamo che urgono interventi urgenti e concreti, cui possiamo e vogliamo concorrere sia con i piani territoriali per gli invasi e l’efficientamento della rete idraulica, sia con la ricerca e l’innovazione tecnologica, proprie dei Consorzi di bonifica ed irrigazione.”
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