Da tempo non si vedevano in giro volti soddisfatti dopo anni di “riso amaro”. I risicoltori italiani questa volta non nascondono il compiacimento per le notizie arrivate da Bruxelles: la Commissione europea, dopo un lungo e reiterato pressing, si è convinta a prendere in considerazione le istanze italiane e rivedere le agevolazioni tariffarie a dazio zero concesse ai Paesi asiatici Eba (Everything but arms), tutto tranne le armi. Una vittoria soprattutto italiana, con la Commissione che ha riconosciuto il danno economico dovuto ai volumi di importazioni di riso tipo Indica dal Sudest asiatico. In un momento non certo idilliaco per i rapporti Italia-UE, il nostro Paese segna un punto a suo favore, almeno per quanto riguarda il riso.
Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi, protagonista in questa battaglia insieme con i ministeri delle Politiche Agricole e dello Sviluppo Economico, è soddisfatto ma anche prudente: “Adesso dobbiamo attendere il verdetto finale, cioè il voto confermativo dei 28 Paesi dell’Ue. Ma in ogni caso è importante registrare che la decisione della Commissione non è stata dettata da sensazioni emotive, ma sulla base dell’analisi dei bilanci delle aziende agricole in Italia e Spagna, verificati dai funzionari di Bruxelles che sono andati a toccare con mano le situazioni. In questa verifica l’Ente Risi ha fornito tutta l’assistenza e si è avvalso anche dell’appoggio di uno studio legale. Insomma, è stata una gran bella vittoria di squadra. Ora chiediamo soltanto che l’iter per far scattare la clausola di salvaguardia e ripristinare i dazi sia accelerato, che si faccia in fretta”.
Risultato importante sottolineato non solo dagli agricoltori, anche dal mondo industriale. Mario Francese, presidente Airi (Associazione industrie risiere italiane): “ll prossimo passo sarà la valutazione del Sistema delle Preferenze Generalizzate(SPG), dopodiché – probabilmente il 4 dicembre – si passerà al voto dei 28, dove ci sarà bisogno della maggioranza qualificata. In altre parole: deve esprimersi a favore il 55 per cento, in rappresentanza di almeno il 65% della popolazione. Mi sembra che la proposta della Commissione sia già frutto di una mediazione, nel tentativo di avere il sì anche dai Paesi non produttori di riso. Infine l’iter si concluderà con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Questa strategia di mediazione fa ben sperare. Va sottolineato che l’Italia ha fatto valere il suo peso, anche se all’inizio questa battaglia sembrava un po’ azzardata. E’ evidente che hanno influito anche fattori esterni, come la dura repressione del governo birmano sui Rohingya, così come in Cambogia siamo in presenza di una dittatura mascherata: questi eventi hanno convinto la Commissione”.
Per Giorgio Ferrero, assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, la decisione di ripristinare i dazi “è una notizia confortante che ristabilisce un giusto equilibrio, ora occorre puntare sulla valorizzazione dell’elevata qualità del nostro riso e sulla bellezza del suo territorio. Penso alla valorizzazione del territorio con l’etichettatura europea sul paese d’origine, alla promozione della qualità in tutte le sue forme; non ultima, l’unicità della risaia piemontese”.
“Un risultato importante, frutto di un grande lavoro, che ha coinvolto risicoltori, cooperative, trasformatori e istituzioni e che ci auguriamo prosegua anche in futuro”. Così il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia. Confagricoltura, che rivendica il ruolo fondamentale nella battaglia sindacale in collaborazione con L’Ente Risi, richiama l’attenzione sul livello effettivo delle tariffe doganali che si intende ripristinare (175 €/tonnellata per il primo ano e in misura ridotta per il secondo e terzo: “Ci sono infatti tutte le condizioni perché le tariffe doganali rimangano inalterate per i prossimi tre anni”.
Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo: “Il ripristino delle tariffe era una necessità sostenuta con la mobilitazione di Coldiretti per fermare la concorrenza sleale che ha provocato il crollo delle quotazioni mettendo in ginocchio le imprese, con l’aumento del 66% da settembre 2017 e luglio 2018 delle importazioni dalla Birmania”. Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte: “E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri di tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro”. Bruno Rivarossa, delegato Confederale: “Questa situazione, come più volte abbiamo evidenziato, compromette il futuro delle 1900 aziende risicole piemontesi”.
“ma adesso bisogna lavorare per costituire una maggioranza favorevole in ista del voto dei 28 Paesi – ricorda la Cia – e riportare cos’ condizioni di maggiore equilibrio nel mercato”.
E Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche Agricole e del Turismo: “Lavoreremo per avere la conferma definitiva del ripristino per tre anni dei dazi e del perfezionamento del provvedimento. Non si fanno sconti. Il dazio applicato deve essere lo stesso per tutti e tre gli anni”.
Patrizia Toia, capodelegazione degli eurodeputati Pd e Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo: “E’ stata una lunga battaglia iniziata dalla richiesta della nostra delegazione al PE fatta subito propria dal Governo Gentiloni. Ora sta al governo attuale riuscire ad ottenere il sostegno di una maggioranza di Stati membri”.
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