Ban-Ki-Moon, segretario generale delle Nazioni Unite e l’ONU fanno sapere: ogni ora nel globo sono distrutti 15 miliardi di alberi. Anche le foreste di palme dell’Indonesia e di altre aree del Sud Est asiatico avrebbero corso il rischio di sparire per ragioni industriali, così come grandi spazi boschivi del Matto Grosso brasiliano. Sfortunatamente questo fenomeno dilagante, è stato preso a pretesto per un’altra guerra industriale: per mezzo dell’olio di palma, colpire i concorrenti di una multinazionali che utilizza le bacche ricche di grassi con cui ammorbidire i dolciumi. Però, dopo due anni, la multinazionale ha avuto ragione.
Ma due anni fa, il 22 gennaio 2015, il Sole 24 ore ha certificato con dati alla mano che i boschi anche sottraggono spazio ai terreni agricoli, oltre alle strade, così che svantaggiando gli alberi e le foreste il consumo del suolo è salito di circa il 47%. Tuttavia, aggiungendo che proprio grazie alle foreste l’attività agricola è diventata più dinamica rispetto al passato, consentendo di sviluppare la meccanizzazione. Adesso, in Italia ci sarebbero 20 miliardi di alberi (su 11.949.630.797 ettari, secondo il censimento forestale del 2005).Le più ricche regioni di boschi e foreste sono l’Emilia-Romagna, l’Umbria, le Marche, il Veneto, mentre le più povere sono la Valle d’Aosta, l’Alto Adige e, aspetto singolare e scandaloso la Sicilia, “patria” di un esercito di impiegati forestali, con appena 765 alberi per ettaro. Il Piemonte, con una forte tradizione forestale risalente ai Savoia, ha un patrimonio di boschi di 874.640 ettari, di cui il 46% in montagna nonché l’89% in collina e ugualmente l’89% in pianura. A cura della Regione subalpina una “fotografia” completa dello stato forestale è stata realizzata nel 2007.
In generale, rispetto al 1985, le foreste in Italia occupano, appunto, 11.949.630.797 ettari. Oggi la selva cresce inesorabile alla velocità media dello 0,6 all’anno. Però facendo altri calcoli, nel nostro Paese ciascuno ha a disposizione 210 alberi che soltanto 12 anni fa erano 199 alberi. Secondo gli analisti dell’ambiente e della forestazione gli alberi, i tronchi, i rami e le foglie sono comunque molto importanti. Infatti il loro “respiro” toglie dall’atmosfera più di 1,24 miliardi di tonnellate di dannoso carbonio organico.
L’Italia verde , cui dedica molta attenzione Legambiente, richiama anche attenzione sui boschi sia da un punto di vista giuridico amministrativo che storico. I ricercatori della specifica materia rammentano che greci e romani erano molto rispettosi dei boschi cui attribuivano un significato religioso istituendo la Festa Lucaria, e aggiungendo che la prima consistente “aggressione” alle foreste avvenne in epoca medioevale. Infatti 9 secoli fa le pestilenze avevano ridotto a mal partito le popolazioni, c’era necessità di molta terra coltivabile e, pertanto, vaste aree delle foreste furono sacrificate. Ma nei secoli successive ai governanti non sfuggì l’importanza della foresta e degli alberi, fondamentali non solo per i paesaggi e la vita biologica del sottobosco che, talvolta, dilagò nell’esercizio venatorio massiccio che assicurava carne e proteine animali, ma soprattutto per contrastare frane e alluvioni. Finalmente nel 1872 Sterling Morton, governatore del Nebraska, istituì, di fatto, una “Festa degli alberi” per sottolineare che, proprio la foresta, aveva ridotto i drammatici effetti di una alluvione. In Italia, 119 anni fa il ministro della Istruzione Guido Baccelli istituì la “Festa degli alberi” che coinvolse anche il ministero dell’Economia e che, in questi termini, andò avanti fino al 1979 quando subentrarono le regioni. Negli anni fra il 1898 e il 1951 nonché negli anni seguenti molti bandi, in genere finanziati dalle Casse di Risparmio e da altre banche, coinvolsero gli studenti delle scuole superiori che scoprirono gli alberi e le foreste avvicinandosi ad una educazione agraria e paesaggistica prima assente. Poco meno di un secolo fa ( nel 1923) la Legge Forestale fissò l’obbligo il 21 novembre di ogni anno nelle scuole di celebrare le “Festa degli alberi” facendo anche obbligo ai comuni di procedere al loro piantamento.
Oggi è reato penale danneggiare un bosco o delle piante, tanto che questo obbligo è sancito dalle amministrazioni regionali. Fra le altre, la Regione Piemonte appare molto attenta al patrimonio forestale, tanto da insistere con il decreto-legge 9 febbraio 2012, n.5 e con il DPGR 2/R 23/01/2017 su due risvolti importanti: non agire contro la eliminazione dei boschi se mancano le autorizzazioni; ogni foresta “è parte del paesaggio anche storico che va rispettato”. In caso contrario, oltre alla Regione Piemonte intervengono i “carabinieri forestali”(riforma Madia e prima riforma nel 1926 del governo Mussolini), polizia giudiziaria a tutti gli effetti dal 1/12/2017, in base al DPR 19/08/2016 n.177, entrato in vigore il 13/09/2016. I “carabinieri verdi“, dipendendo dal ministero dell’Interno e dal ministero delle Politiche Agricole hanno il compito di combattere i “reati agroalimentari” che in Italia, accanto a quelli forestali, con gli incendi di competenza dei Vigili del Fuoco, sarebbero in numero elevato.
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