di Gianfranco Quaglia
L’aggettivo più in voga è smart. Ma anche quick, ossia rapido. A fronte di chi tesse l’elogio dei ritmi lenti, dello slow come stile di vita, quindi anche in cucina e a tavola, replicano i sostenitori della rapidità da coniugare con qualità, dimostrando che le due condizioni possono andare a braccetto con ottimi risultati.
Accade nel mondo del riso, dove è in atto una dura battaglia per accorciare le distanze che separano i consumi pro capite da quelli della pasta, in particolare dall’italico spaghetto. Le riserie, leggi industrie di trasformazione, sanno bene che accanto al <mantra> diffuso secondo cui il risotto necessita dei suoi tempi, di quella sacrosanta dedizione da ritagliarsi anche come antidoto allo stress quotidiano, occorre prevedere un’alternativa, una via d’uscita per tutti quelli che con < butta la pasta> risolvono il problema del mezzogiorno. E’ il popolo del fast, del mordi e fuggi, della pausa pranzo che interrompe soltanto per poco il ciclo lavorativo della giornata. Per costoro fino a pochi anni fa sembrava che il riso non trovasse patria. Invece si sta accasando a poco a poco, venendo incontro ai tempi richiesti, senza imporre la tradizione m,a salvaguardando i fondamentali. Come dire: ti propongo un prodotto salubre, disegnato a tua misura. I ricercatori ci sono arrivati per sottrazione, scendendo dai 25-30 minuti canonici dei tempi di cottura, a 20 e poi a 10, anche a meno di cinque: insomma, butta il riso e pronto in tavola. Tutto ciò valeva per il riso convenzionale, non per quello integrale che – come è risaputo – ha bisogno di una tempistica più lunga.
Nella corsa a tagliare i tempi e nella competizione arriva ora la proposta di Riso >Scotti, il famoso <Dooottor Scotti>, con il riso integrale che cuore in soli 10 minuti. Da qualche settimana è partita la campagna pubblicitaria firmata dall’agenzia torinese Testa e Cuore e prodotta da Bedeschi Film. Protagonista dello spot è il sorriso. Il riso integrale che abbatte i tempi era una frontiera non ancora superata: Scotti lo ha fatto mantenendo il contenuto di fibre attraverso la tecnica del parboiling ottenuta da un antico processo naturale basato sull’effetto della combinazione dio acqua e calore del chicco. Ma c’èe da scommettere che questo è soltanto uno dei passi sulla strada sempre più corta dei tempi.
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