di Gianfranco Quaglia
Un antico proverbio cinese recita: «Mangia il tuo riso, al resto penserà il cielo». Al cielo guardano sempre, comunque, anche i produttori italiani, per scrutare l’immediato presente, presagire il futuro dell’annata. Perché il tutto è condizionato dagli eventi atmosferici, in questo 2015 abbastanza favorevoli, quasi ritagliati a misura di cereale che ama clima secco, caldo, con poche oscillazioni. Così è stato.
Ma affidarsi agli aruspici non appartiene più a un’agricoltura attuale e futuribile. Sulla risaia italiana, consegnata al silenzio estivo appena rotto da qualche frullo d’ali di garzette e aironi, adesso volano i droni. Questi nuovi ragni meccanici, con il loro ronzio insistente, ci richiamano a una nuova realtà e a un rapporto diverso agricolture-riso. Al Centro Ricerche Ente Risi di Castello d’Agogna, nel cuore della Lomellina, i droni sono utilizzati dai ricercatori per effettuare concimazioni di precisione, nell’ambito di quella precision farming di cui gli italiani sono all’avanguardia, tanto di ricevere il plauso dei colleghi stranieri durante il recente «Open Day». La macchina volante, telecomandata da terra, sorvola il campo, fotografa e analizza l’evoluzione fogliare delle pianticelle, invia messaggi al terminale colorando una mappa che offre indicazioni mirate sul grado di concimazione e sui tempi di intervento.
Sin qui l’effetto drone. L’altro passo, più avveniristico ma già attivo, è il contributo satellitare. Il progetto, finanziato dall’Unione Europea, è stato realizzato in collaborazione con Cnr e Ente Nazionale Risi. Incrociando i dati rilevati dal satellite con l’analisi agrometeorologica dell’anno in corso e quella degli anni prcedenti, l’agricoltore del futuro è in grado di avvicinarsi a una previsione molto attendibile delle rese in campo. Le prime simulazioni hanno già fornito alcuni dati: per la provincia di Vercelli la resa prevedibile è di 6,82 tonnellate/ettaro; in Lomellina, 6,80. Lontani i tempi in cui si guardava <ogni giorno se piove o c’è il sole per sapere se domani si vive o si muore> per dirla con Luigi Tenco.
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