Natalia Bobba: “Che cosa la risaia si aspetta da Bruxelles”

Natalia Bobba: “Che cosa la risaia si aspetta da Bruxelles”

di Gianfranco QuagliaBobba Natalia presidente

Sguardi dei risicoltori rivolti a Bruxelles. Nel suo discorso programmatico Ursula von der Leyen ha messo al centro anche il mondo della terra: “Mi assicurerò che gli agricoltori europei siano remunerati con un reddito equo…lavoreremo a una nuova strategia per il settore dell’agroalimentare europeo”.

Natalia Bobba, presidente di Ente Nazionale Risi, ha recepito l’intervento della riconfermata Presidente UE come un segno positivo e di buon auspicio.  Ma si augura anche che a queste promesse seguano gesti concreti: “Noi speriamo che i prodotti alimentari non siano più considerati merce di scambio. Per quanto riguarda il nostro riso chiediamo maggiore considerazione e valorizzazione. Molti i problemi ancora irrisolti, a cominciare dal divieto di utilizzo di alcuni principi attivi contenuti nei presidi fitosanitari (da non confondersi con pesticidi) che frena la coltivazione del cereale in Italia, mentre quegli stessi limiti non esistono per il riso di importazione proveniente dal Sudest asiatico”

Pur apprezzando l’attenzione che Von der Leyen ha rivolto al mondo agricolo, Natalia Bobba non sottace qualche preoccupazione per le dinamiche della votazione, che potrebbero influire proprio su un tema scottante, decisivo e controverso in UE, relativo al cosiddetto “Green deal”: “Mi auguro se ne faccia un giusto uso. Non vorrei che il voto che lei ha ottenuto dai Verdi del Nord Europa venga controbilanciato con aperture drastiche. Temiamo che Von der Leyen qualcosa dovrà concedere. Sacrosanto difendere l’ambiente, ma l’agricoltura non può essere in balia di un fronte che si rifiuta di sentire ragioni, speriamo di non tornare a una situazione sbilanciata e troppo restrittiva. Non dimentichiamo che in tutto il mondo la popolazione è in continuo aumento e c’è bisogno di produrre per garantire la sicurezza alimentare”.

Altro tema scottante, la clausola di salvaguardia. Lo “scudo protettivo” alcuni anni fa era stato adottato dall’UE a difesa del riso Made in Europa contro l’import dai PMA (Paesi Meno Avanzati), in particolare Cambogia e Myanmar. Bloccando il benefit del dazio zero, era stato riequilibrato il mercato a garanzia dei produttori europei, in particolare quelli italiani. Poi quel dispositivo è scaduto per decorrenza termini e i competitori sono tornati all’attacco. Basti pensare che il riso confezionato in arrivo nei porti del Nord Europa tocca le 400 mila tonnellate l’anno, mettendo in difficoltà anche l’industria di trasformazione (le riserie). “Noi – prosegue Bobba – rivendichiamo l’applicazione automatica della salvaguardia ogni volta che le importazioni da paesi terzi superano una soglia non più tollerabile e tale da mettere in crisi la nostra risicoltura. A proposito di import: è scoppiata la guerra IGP (Indicazione geografica protetta) tra Pakistan e India: entrambi chiedono all’UE il riconoscimento per il Basmati. Se ciò avvenisse aumenterebbero gli arrivi di questa varietà molto apprezzata dai giovani consumatori europei e dalle comunità asiatiche molto presenti nell’area europea”.

 

 

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