Si chiama «Spring», come la primavera. Ma Spring è anche l’acronimo di «Sustenable Processes and Resources for Innovation and National Growth». In altre parole: il cluster nazionale tecnologico della chimica verde presentato nella sede di Federchimica. Obiettivo è promuovere la bioeconomia con riferimento alla chimica da biomasse, stimolando la collaborazione tra imprese e enti di ricerca. La chimica da biomasse, basata su materie prime rinnovabili di origine biologica, è un settore italiano di eccellenza, con una leadership a livello mondiale conseguita grazie a forti investimenti di ricerca e sviluppo. E’ costituto come associazione senza scopo di lucro, fondato da Biochemtex, Novamont, Versalis, Federchimica.
Catia Bastioli, ad di Novamont di Novara e presidente Spring: «Bioeconomia per l’Italia significa rimettere le radici nei territori, nel rispetto della biodivesità, creando ponti fra l’industria, le istituzioni, l’accademia, il mondo agricolo, la collettività, l’ambiente». E’ sostenuto da otto Regioni (Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria, Veneto) e dalla Provincia di Novara.
Il nostro Paese, che si colloca al terzo posto in Europa dopo Germania e Francia, con la bioeconomia potrebbe generare 600 mila posti di lavoro. Ma per raggiungere questi obiettivi è necessario un salto di qualità culturale: scopo del cluster è proprio quello di mettere in contatto i settori agricoltura-chimica e farli dialogare, ripensando le tradizionali filiere per creare nuove opportunità di crescita. Cesare Puccioni, presidente di Federchimica: «La chimica da biomasse, anche definita chimica verde, è un bell’esempio per far capire a tutti che il nostro settore offre soluzioni possibili per una sostenibilità che tenga conto, oltre degli aspetti ambientali, anche delle implicazioni economiche e sociali».
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