di Salvatore Vullo
Parleremo molto di vino, in questa rubrica, e si capisce. Il vino è uno dei prodotti di eccellenza del nostro Paese, un prodotto apprezzato in tutto il mondo, simbolo del Made in Italy e del Made in Piemonte. Le radici della nostra vitivinicoltura affondano nel mito, nella storia. La vite e il vino sono parte fondamentale della nostra civiltà, della cultura millenaria del nostro Paese. Tale coltivazione si estende in tutte le nostre regioni: dalle Alpi a Pantelleria, espressa da centinaia di vitigni autoctoni. In grandi numeri la vitivinicoltura italiana rappresenta all’incirca: 700.000 ettari di superficie, 100.000 aziende a indirizzo vitivinicolo, 330 vini a DOC, 73 vini a DOCG, 118 vini IGT. Vini peculiari e intimamente legati al territorio che li produce e li propone e che ne ispira l’arte, la cultura, il turismo, ne esalta il paesaggio, la gastronomia.
La vitivinicoltura, dunque, è parte integrante della storia, della civiltà, della economia del nostro Paese. Ma la sua straordinaria evoluzione, o meglio, quello che si può definire il “Rinascimento del vino”, è una storia molto più recente, che comincia negli anni ’60 del secolo scorso; un processo, questo, legato certo alle scoperte scientifiche, ai nuovi strumenti tecnologici che hanno esaltato il lavoro nel vigneto e in cantina, a tanti altri elementi virtuosi, ma che non sarebbe stato possibile senza quella “rivoluzione legislativa”, quel caposaldo che è stato il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n. 930 del 12 Luglio 1963, “Norme per la tutela delle denominazioni di origine dei mosti e dei vini”, la cui elaborazione e iter di approvazione parlamentare ha avuto come protagonista Paolo Desana, senatore della Repubblica nella legislatura 1958-1963.
Paolo Desana è un nobile figlio della terra piemontese. La sua vita si intreccia con i grandi fatti storici e drammatici del nostro Paese. Nato a Casale Monferrato il 7 Gennaio del 1918, si forma negli ambienti della gioventù cattolica; acquisisce il diploma di geometra; per il servizio militare frequenta la scuola ufficiali di Potenza e con il grado di tenente partecipa alle operazioni belliche della seconda guerra mondiale sul fronte francese. Dopo l’8 settembre del 1943, catturato dai tedeschi, si rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale e soprattutto di collaborare con i tedeschi; ciò gli procura una serie di internamenti e detenzioni in prigioni e lager in Polonia e in Germania. Fortunosamente riesce a sopravvivere a tali terribili esperienze e ancor più alla marcia forzata dell’ultimo lager tedesco, nell’aprile del 1945, grazie all’arrivo delle truppe inglesi che liberano la località.
Dopo la guerra, inizia la sua militanza nella Democrazia Cristiana, nelle cui liste è subito eletto consigliere comunale a Casale Monferrato e nelle tre legislature seguenti consigliere della Provincia di Alessandria, dove svolgerà anche l’incarico di assessore all’agricoltura: una bella esperienza sul campo con la quale, assieme ad una serie di attività correlate e di relazioni inerenti il settore, sviluppò una grande e profonda conoscenza della agricoltura e della vitivinicoltura in particolare. Cosa che gli permise di svolgere con grande competenza e capacità politico-amministrative, l’incarico di senatore della Repubblica e componente della Commissione agricoltura, dimostrate, come primo firmatario e relatore del disegno di legge, valente tessitore nel lungo e faticoso lavoro che portò alla “930”. Capacità che dimostrò ancor più nel suo successivo incarico di primo e “storico” presidente, dal 1966 al 1989, del Comitato nazionale per la tutela delle denominazioni di origine, organismo attuatore del DPR 930, negli anni strategici della costruzione e consolidamento delle DOC e DOCG italiane.
Del resto, le sue doti e capacità nel campo agricolo e vitivinicolo, Paolo Desana le ha dimostrate anche per le tante altre attività svolte: come giornalista collaboratore di riviste quali “Civiltà del bere”, ” Corriere Vinicolo”, “Il coltivatore”, “Il giornale vinicolo”. Autore di numerosi libri: “Compendio dei vini DOC”, “Cucina e vini Nostrum”, “Viti e vini della provincia di Alessandria”, “I migliori vini d’Italia per la buona tavola”, Gente e vini del Monferrato”. Inoltre è stato presidente della federazione italiana delle cantine sociali, presidente dell’ente morale Luparia di Rosignano Monferrato, fondatore del circolo culturale Ottavi, ideatore del nuovo e storico vino “Barbesino”.
Paolo Desana, “padre della DOC”, grande uomo del vino; e a tal proposito il pensiero va anche al Vinitaly di Verona, ormai la più importante fiera internazionale del comparto vitivinicolo, che l’anno scorso ha festeggiato la 50° edizione. Quel Vinitaly che, a partire dal 1973, in ogni edizione assegna la gran medaglia di Cangrande ai benemeriti della vitivinicoltura segnalati dalle Regioni. Ebbene, è stato Paolo Desana ad aprire, nel 1973, quello che potremmo definire “L’albo d’oro” dei Cangrandi della Regione Piemonte (in quella prima edizione per il Piemonte furono anche insigniti Ercole Garrone e Lamberto Vallarino Gancia). Una grande storia quella del Vinitaly a cui ha contribuito notevolmente il Piemonte con i suoi grandi vini e con la sua ininterrotta, forte e unitaria presenza. E di questa storia e dei protagonisti piemontesi dell’”Albo d’oro”, di altri produttori e personaggi di quel mondo, sicuramente parleremo ancora nei prossimi appuntamenti di questa rubrica.
Paolo Desana: un uomo che ha vissuto intensamente, che ha provato e “sofferto il dolore”, che sono le esperienze della vita che temprano ed esaltano il carattere degli uomini e ne fanno la differenza, ne assegnano il valore a ciascuno. Un uomo e una storia che è un gran bene coltivarne e conservarne la memoria; anche come esempio virtuoso per le nuove generazioni. E per questo dobbiamo ringraziare in particolare il lodevole lavoro svolto dal figlio: Andrea Desana. Lavoro che ha avuto il suo momento più alto nel vasto programma, sostenuto dalla Regione Piemonte e altre istituzioni, sviluppato nel 2013 per il 50° della legge sulla DOC dei vini (la cui storia evolutiva vede protagonista un altro illustre piemontese: l’onorevole Giovanni Goria che da ministro dell’agricoltura fece approvare la legge n. 192 del 10 febbraio 1992 “Nuova disciplina delle denominazioni d’origine dei vini”, sulla quale si basa sostanzialmente l’attuale sistema delle DOC e DOCG). Lavoro che Andrea Desana continua a svolgere anche come animatore del Circolo Ottavi e come presidente del comitato “Casale Monferrato capitale della DOC”.
E, a proposito, l’anno prossimo, nel 2018, ricorre il centenario della nascita di Paolo Desana.
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