Mela Rossa di Cuneo, il pigmeo che non teme Cina e sanzioni

Mela Rossa di Cuneo, il pigmeo che non teme Cina e sanzioni

di Enrico Villamelarossa

La Mela Rossa di Cuneo, che tempo fa ha ottenuto l’IGP, è un “pigmeo vegetale”, ma redditizio, che sul mercato globale tiene testa per qualità ai “giganti” della Cina e dell’India, grandi produttori di melum, vecchio come il mondo. Questa essenza vegetale, ricca di acqua e di antiossidanti, diecimila anni fa, o anche più, arrivò dalla Mesopotamia e, incontrastata, si diffuse nel mondo, quasi come il riso risolvendo il problema della fame delle popolazioni. La mela, così, diventò ben presto una “protagonista” della religione, della mitologia e dell’arte, come soggetto anche scelto da Giuseppe Arcimboldo (1526/1593). Infatti, il “pomo d’Adamo” nel paradiso terrestre tentò l’uomo e lo costrinse ad immergersi nella “via diabolica” del peccato, opponendosi stoltamente alla Divinità. O nelle mani di Paride segnò l’inizio della guerra di Troia nell’Asia minore che avrebbe poi conferito contenuti successivi alle leggende di Costantinopoli, della croce fiammeggiante stagliata nel cielo dell’estremo continente asiatico oggi chiamato Turchia, dell’imperatore cristiano Costantino e di sua madre Elena.

Per narrare la storia infinita dei meleti, forse bisognerà proprio iniziare dalla Mela Rossa di Cuneo, o dalle coltivazioni assai sperimentate del Trentino e dell’Italia dell’Est che con le produzioni coprono il 72% circa del raccolto, in leggera flessione, ma che possiedono tutti requisiti per riprendersi. Una delle risposte agli interrogativi che pongono gli specialisti, è contenuta in alcuni dati di indole generale: considerando una flessione di circa il 10%, in linea con la flessione del consumo di frutta e verdura attestato su 130 chilogrammi pro capite circa (dato di Nomisma), la famiglia italiana consuma circa 42 chilogrammi che diventano globalmente oltre 516 mila tonnellate solo nel Trentino-Alto Adige con un valore di fatturato di oltre 381 milioni di euro.

Il “pigmeo di grande qualità” Mela Rossa di Cuneo sostenuto dall’IGP, sta estendendo gli impianti produttivi. Essi, in ogni caso, già riguardano 700 aziende su una superficie di 2.600 ettari dai quali ogni anno provengono 12.500 tonnellate di rosse. Stando alla recente tradizione proprio le rosse di Cuneo, in prossimità dell’8 di marzo festa della donna, sembrano le più adatte assieme ai fiori per un dono simbolico all’altra metà del cielo. Infatti il rosso dell’accattivante mela significa passione e amore, secondo una moda ormai diffusa in tutto il mondo.

Gli anglosassoni, in genere più consumatori di frutta e verdura degli italiani, considerano in primo piano il “protagonismo” della mela, collocandola ai primi posti nell’universo sempre più complicato della globalizzazione commerciale. Infatti, The Economist sulla mela nel mondo ha recentemente condotto una inchiesta anche ripresa dal Corriere della Sera. E dall’indagine su cui ci si è soffermati un po’ in tutto il globo sono stati evidenziati tre aspetti interessanti. Il primo: intanto, è in corso una guerra non fra “mele di qualità” coltivate nei diversi territori, bensì fra mele e arance. Il secondo aspetto: i cinesi, in questo momento maggiori produttori di mele, le considerano sempre più un frutto adatto a supportare i programmi alimentari con obiettivi di nutrizione a vantaggio delle popolazioni di oltre un miliardo e mezzo di persone. Il terzo aspetto: con le opportune tecnologie la mela sarebbe più adatta dell’arancia ai succhi, in Occidente più in flessione di un tempo. Negli Usa, da sempre grandi consumatori di succhi di frutta (in primis arance, adesso sostitute in parte da mele e pere) negli anni novanta/duemila la flessione è stata di circa il 60%. E lo stesso accade in Europa dove si sta sviluppando la tendenza a sostituire, specie per il consumo giovanile, le mele con snack e barrette di cioccolata o, comunque, alimenti a base di elevati quantitativi di carboidrati. Le ripercussioni si avvertono sui consumi medi di mele fresche o trasformate, sia in Italia che nei principali paesi europei e negli Stati Uniti. Meno succhi di frutta, e in Italia – per le mele, in particolare – 15 chili di mele all’anno (due a settimana), 10 in Germania, 8 in Francia, 5 negli States.

Il “pigmeo commerciale” Mela Rossa di Cuneo, in ogni caso “frutto di grande qualità” per gli intenditori e gli appassionati di alimenti peculiari – lo evidenziano i numeri – si troverà sempre a contrastare le mele cinesi sia fresche che in succo. Infatti, Pechino inonda ormai i mercati con 45 milioni di tonnellate di frutti che, anche recentemente, vengono offerti attraverso l’e-commerce. Al momento – anche evidenziata dalle analisi attribuite a Luca Granata, direttore del Consorzio Melinda – una valvola di sfogo per le produzioni di qualità è rappresentata dal Medio Oriente e dalla Russia colpita dalle sanzioni, a causa dell’Ucraina, da parte dell’UE, come è noto in vigore fino a prossimo mese di luglio. A Mosca si potrà ancora gustare la Rossa di Cuneo , però applicando il “triangolo commerciale” elusivo attraverso Bulgaria e Romania attuato per frutta, verdura e agroalimentare in genere, come si è talvolta ricorsi da quando, nel 2014, sono in vigore le sanzioni varate dall’Unione Europea.

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