Siamo alla vigilia dell’ultimo tentativo per ottenere la clausola di salvaguardia che dovrebbe bloccare la massiccia importazione a dazio zero dai PMA (Paesi meno sviluppati) di riso del Sudest asiatico. L’italia gioca la carta definitiva. Al ministero dello Sviluppo Economico si è svolta la riunione del Tavolo Agroalimentare, l’organismo che lavora per aumentare l’accesso dei prodotti italiani ai mercati esteri e riunisce tutte le organizzazioni del settore e le istituzioni competenti dai ministeri degli Esteri, dello Sviluppo economico, delle Politiche agricole, della Salute, all’Agenzia delle Dogane e all’Ente Risi.
Presenti il sottosegretario allo Sviluppo economico, Ivan Scalfarotto, e il viceministro alle Politiche Agricole Andrea Olivero, l’Ente Risi ha illustrato i contenuti della denuncia che verrà presentata alla Commissione Europea per ottenere l’attivazione della clausola di salvaguardia.
Il documento dimostra che il prodotto danneggiato dalle importazioni di riso lavorato dalla Cambogia è il prodotto riso indica lavorato derivante dalla coltivazione nell’Unione europea e che come conseguenza i risicoltori dell’UE hanno ridotto la superficie investita a riso Indica ed aumentato quella investita a riso Japonica creando un eccesso di offerta che ha determinato ripercussioni a livello di prezzo anche su questo comparto (mediamente del 30% con punte del 60%).
“I servizi della Commissione in questi mesi si sono dimostrati disponibili a colloquiare con l’amministrazione italiana ma non nascondono le difficoltà politiche che si potranno incontrare in fase di analisi del dossier. Nelle prossime settimane, dunque, le autorità italiane presenteranno la denuncia ai servizi della commissione organizzando preventivamente un incontro con la filiera per renderla edotta dei contenuti della stessa denuncia e per concordare le necessarie azioni politiche utili per il successo dell’iniziativa”, così si è espresso l’Ente Nazionale Risi.
Qualche numero: dalla campagna 2011-2012 l’import di riso lavorato Indica dalla Cambogia è aumentato del 171% (da 92.000 a 249.000 tonnellate), con una quota di mercato di rispo Indica cambogiano passata dal 6 al 16%. I prszzi dle Indica cambogiano sono inferiori di un 30% rispetto a quelli praticabili dagli operatori comunitari.
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