Nel 2011 è stata chiamata Fiamme della Grappa. La scultura polimaterica è stata collocata alla periferia di Casale Monferrato, all’imbocco della strada del vino che corrisponde alla direttrice Casale-Asti e che, tra i vigneti che avvolgono le colline, penetra ancor più in uno dei cuori dell’enologia italiana. A poche decine di metri, lo stabilimento enologico Magnoberta costruito nel 1949 con criteri moderni su una superficie di 16.000 metri quadrati. Qui, con le radici storiche nella Casale Monferrato del 1918, cioè un secolo fa, lavorano i mastri distillatori di uno degli stabilimenti enologici importanti del nostro Paese la cui tradizione nel territorio dell’ineguagliabile territorio monferrino è portata avanti da quattro appartenenti alla famiglia Luparia, originaria di San Martino di Rosignano: Alberto e i suoi figli Andrea, Roberta, Valeria quest’ultima dal 2014 presidente del sodalizio Le donne della Grappa con aderenti in Piemonte nonché in tutte le altre regioni enologiche italiane. “E qui – annota Alberto Luparia, da decenni patriarca della famiglia – da settembre a dicembre arrivano le vinacce trasformate nella grappa di qualità e nei tanti liquori di pregio che attraggono nei ristoranti e nei supermercati del nostro Paese o che partono per gli Stati Uniti d’America, per l’ Europa e per l’ Australia. Sempre qui –aggiunge – le nostre lavorazioni cercano di essere sempre rispettose dell’ambiente, tanto che dagli impianti del nostro stabilimento esce soltanto vapore acqueo”.
Ma Alberto, mastro delle vinacce e della grappa, da oltre un sessantennio con la genialità dei self made man prima di tutto animato dalla passione per la propria professione, cammina sulla strada degli aggiornamenti tecnologici nel 1962 inventando un personalissimo impianto di distillazione discontinua a vapore diretto a bassa pressione e nel 1980 un piccolo impianto di istillazione a bagnomaria, sottovuoto a bassa temperatura a lenta distillazione per la produzione di acquavite di uva dai vitigni aromatici del Piemonte: Moscato di Canelli e Malvasia di Casorzo. “Si tratta – commenta Alberto Luparia – di un impianto unico e dalla spiccata personalità, disegnato espressamente per le esigenze dell’azienda e quindi esclusivo”. Essendo questa la piattaforma innovativa, anche la vasta gamma riportata in dettaglio nel catalogo aziendale è prospettata in maniera assai nitida ed è curato nei minimi dettagli da Valeria Luparia responsabile della produzione e della qualità. Però, non solo grappa invecchiata e nelle versioni morbide sempre più richieste dal mercato dove, più di un tempo, dominano i consumatori femminili, bensì altri liquori e amari popolari in Germania e in Francia fino ad arrivare alle alte gradazioni richieste dall’industria dolciaria e alla frutta “sotto spirito”, o anche prescindendo dall’alcool, che diventano sciroppi oppure bevande analcoliche. Questa evoluzione produttiva che non perde mai di vista il mercato, e anche il territorio, è coerente con i fondamentali storici della Magnoberta. Nel 1918, gli imprenditori commerciali casalesi Magno e Berta che guardavano con molta attenzione alla viticoltura del Monferrato di Casale e di Asti allestirono un modesto laboratorio nel centro storico dell’abitato.“ Inizialmente – rammenta Alberto Luparia – producevano e commerciavano in liquori “. Con i loro cognomi messi assieme, i due cento anni fa fondarono, appunto, la distilleria Magnoberta. Nel 1937 il bisnonno Giuseppe e il nonno Rinaldo degli attuali titolari della industria enologica di Casale Monferrato entrarono nella società proponendo – è sempre Alberto a rievocare quegli anni – “prodotti naturali a base di erbe qualitativamente sempre migliori”. Dopo la fine della seconda guerra mondiale l’ascesa della impresa gestita dai Luparia: nel 1962 l’innovazione degli impianti; nel 1970 l’amaro Wunderbar tanto gradito dai tedeschi e la vodka Mambo vodkalemon; nel 1980 le grappe monovitigno di vignacce di Grignolino, Malvasia, Barbera, Freisa, Moscato; negli anni successivi le grappe Nobili di Casa Luparia e la Magnoberta Historia 90 anni , grappe ogni anno abbinate a quadri di pittori locali assieme ai liquori per la pasticceria, gli aperitivi e gli amari, la frutta sotto spirito e i fiori per dare personalità forti ma inedite, come per esempio le rose, al principale prodotto di casa.
In questi ultimi anni di forte sospetto sociale per i liquori ad alta gradazione e per le insidie ai giovani, i Luparia e Magnoberta puntigliosamente non hanno trascurato gli aspetti etici, della salute e della sicurezza. Eletta presidente delle Donne della Grappa, Valeria Luparia ha assunto con determinazione anche questa carica. “Siamo coscienti – dice – del pericolo dello sballo che riguarda le giovani generazioni con l’approccio all’alcol sempre più precoce e dei rischi per la guida. Il nostro intento e quello delle Donne della Grappa è di insegnare ai giovani a bere con la testa”: cioè bere moderatamente e bene come, appunto, dovrebbe sempre insegnare la cultura millenaria del bere.
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