La Regione Piemonte alza il tiro e rafforza le barricate per contenere la proliferazione dei lupi non solo nelle vallate alpine. E’ un fenomeno ormai diffuso, che danneggia soprattutto gli allevatori. E proprio per questo L’assessorato all’Agricoltura della Regione ha definito il programma di aiuti a sostegno per il risarcimento dei danni causati dalle predazioni dei lupi sui pascoli piemontesi e per i costi sostenuti a difesa del bestiame. Oltre ai cani da guardania e alle recinzioni per il pascolo e il ricovero notturno, vengono prese in considerazione le recinzioni elettrificate e i dissuasori acustici e visivi.
“Da quest’anno – sottolinea l’assessore all’agricoltura e cibo Marco Protopapa – abbiamo voluto introdurre nel programma di indennizzi un aumento delle risorse complessive portandole a 300 mila euro da 200 mila con l’obiettivo di dare un rimborso diretto agli allevatori che hanno denunciato le predazioni, senza passare dal sistema assicurativo una volta accertati i danni diretti e indiretti. Abbiamo anche esteso i contributi che riguardano i diversi tipi di sistemi utilizzati a difesa del bestiame, perché vogliamo che i nostri pastori possano proteggere i capi continuando a lavorare senza dover abbandonare i pascoli”.
Il programma 2021, che sarà posto ad approvazione a breve dalla Giunta regionale e permetterà l’apertura del bando per la richiesta di indennizzi, sostiene anche gli apicoltori piemontesi censiti dalla Banca dati nazionale, riconoscendo gli indennizzi e i contributi per i sistemi di prevenzione attivati da coloro che svolgono l’attività nelle aree di presenza dell’orso (presenza registrata nel 2020 nel Verbano Cusio Ossola).
Il numero di lupi presenti in diverse zone del Nord Italia porta a pensare che in alcune aree delle Alpi sia stato raggiunto uno stato soddisfacente di conservazione delle specie, tale che si possa iniziare a considerare la possibilità di introdurre nuove misure di contenimento. È quanto emerso durante un incontro che il vicepresidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso, ha indetto con gli assessori competenti di tutte le Regioni dell’arco alpino (Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento e di Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia), per impostare un lavoro comune volto ad affrontare il delicato tema della convivenza uomo-lupo. «Solo in Piemonte – ha spiegato Carosso – si contano oltre 450 esemplari di questa specie, in tutta la Francia il loro numero è di circa 550. È evidente come una presenza così importante, con il susseguirsi di assalti agli animali e di avvicinamenti ai centri abitati, necessiti di un cambiamento di politica, di trovare delle regole diverse da quelle attuali, perché insieme alla biodiversità, che deve essere preservata, si riescano a tutelare anche le categorie socio-economiche».
Le Regioni del Nord hanno deciso di costituire un tavolo politico, guidato dal Piemonte, il quale, prendendo spunto anche dalle legislazioni vigenti in altri Paesi europei, come la Francia, formulerà un documento da sottoporre al ministero dell’Ambiente, che punti a dare ai territori strumenti innovativi rispetto a quelli vigenti
“Serve un cambio di passo concreto rispetto alla situazione insostenibile per le nostre imprese venutasi a creare con l’aumento della presenza dei lupi nelle aree collinari e montane. Per questo ben venga l’apertura di un tavolo interregionale a guida Piemontese al fine di formulare un documento che punti a dare ai territori strumenti innovativi, rispetto a quelli vigenti, da sottoporre al Ministero dell’Ambiente”. E’ quanto commentano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale.
Anche Confagricoltura Piemonte ha preso posizione sul tema e in particolare si è espressa sulla proposta di trasformare il Vallone dell’Arma nel Cuneese in zona di protezione per il lupo. “Vanno difesi i malgari e gli allevamenti – dice una nota – per presidiare l’ambiente e prevenire il dissesto idrogeologico, evitando che si disperda un patrimonio di straordinario valore storico, paesaggistico, culturale e ambientale”.
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