di Gianfranco Quaglia
Cascina Canta è in frazione Gionzana di Novara, una distesa di risaie, uno specchio d’acqua che brilla al sole. Qui abita Eusebio Francese, 87 anni, al quale è stato affidato a lui il compito di preservare il Maratelli. Eusebio è l’agricoltore controcorrente, che ha sempre sfidato la chimica, i laser, la tecnologia più spinta. Ispirandosi alle teorie dell’austriaco Rudolf Steiner, padre della biodinamica, che esalta i metodi naturali con la rotazione dei terreni, il compostaggio, l’osservazione delle fasi lunari. Nonno Eusebio è andato oltre: in risaia, scomparse le mondine, ha immesso le famose carpe Amur, arrivate dalla Cina, fitofaghe e quindi mangiatrici di infestanti. Uno fuori dal mondo? «Macché – dice – siamo in piena sintonia con il consumatore che vuole riscoprire il sano
Il Maratelli Eusebio lo coltiva su quattro ettari: è il suo tesoro. La sua azienda è nota anche come «La cascina dei misteri» o la «Cascina del mandian» (brigante). Si dice che agli inizi del Novecento fosse il buen retiro di Francesco Demichelis, detto il Biondin (o Biondino), il bandito di pianura passato alla storia come un brigante rubacuori che sfuggiva alla cattura della Benemerita a cavallo nascondendosi nei cascinali. Una sorta di Passator Cortese del Piemonte, uno che viveva ai margini lasciando dietro di sé una scia di spavalderie, ruberie e persino un omicidio. Tutti capi d’imputazione che gli valsero una fama sinistra e anche un’aura di fascinosa attrazione femminile. Era il giugno del 1905 quando il Biondino, che spesso si muoveva assieme a un suo compare, il Moretto, scelse ancora una volta come rifugio la Cascina Canta. Ma il giorno dopo non resistette al richiamo di una festa campestre sull’aia della cascina Campesio di Carisio, nel Biellese, dove si ballava al suono delle fisarmoniche. I carabinieri lo scovarono mentre volteggiava sulle note di una mazurka: nel conflitto a fuoco il Biondino venne ferito a morte, ponendo fine alla sua vita leggendaria.
Di quella storia alla Canta è rimasto soltanto il racconto. Invece c’è il leggendario Maratelli che ormai è diventato un «must»: proprio come il Biondino ha trovato rifugio fra queste mura. Il decreto del ministro ha sancito che solo Eusebio Francese, proprio per le sue doti e capacità di osservare il disciplinare, è titolato alla conservazione di quel marchio, trasformando così i suoi campi in una specie di sacrario storico.
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