L’”inverno demografico” colpisce anche l’agricoltura. Non è soltanto una metafora per
sottolineare che le aziende agricole sono in diminuzione. Sempre di meno e con un futuro
incerto, malgrado una certa narrazione ci racconti che da anni sia in atto un ritorno alla terra.
Esiste questo fenomeno, ma è limitato, degno di “fare notizia” proprio per la sua specificità e
rarità, con numeri risicati. La realtà è ben diversa. L’allarme è stato lanciato da Enrico Allasia,
presidente di Confagricoltura Piemonte, durante la presentazione del quadro generale relativo
all’annata agraria 2024. Oltre a sottolineare la diminuzione delle imprese (erano 67 mila nel
2010, oggi sono 35 mila) Allasia accende un faro sulla difficoltà del ricambio generazionale:
sempre meno giovani disponibili a proseguire nell’attività di nonni e genitori. Non si tratta
soltanto di una scelta; la denatalità colpisce anche il mondo agricolo e le famiglie numerose,
tipiche sino a mezzo secolo fa, sono praticamente inesistenti. L’età dei “boomers” è terminata
anche nei campi e per questo il presidente nazionale lancia un appello: non bastano gli
interventi tesi a favorire l’insediamento dei giovani attraverso finanziamenti specifici e
“pacchetti giovani”: “Occorre una politica nazionale di ripresa della natalità”. Un tema che
ovviamente non riguarda solo il settore primario, ma è trasversale e investe tutta la società, in
particolare quella italiana.
L’inverno demografico colpisce il ricambio nelle aziende agricole
di Gianfranco Quaglia
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