Marcatori molecolari del Dna e intelligenza artificiale. Sin qui nulla di nuovo. Ma innovative sono le loro applicazioni nel mondo delle api per tutelare un patrimonio senza il quale scomparirebbe l’ecosistema, la biodiversità, la possibilità di impollinazione e di conseguenza la produzione di cibo. Questi alcuni degli obiettivi della filiera dell’ape italiana, progetto coordinato dal Fai (Federazione Apicoltori Italiani) e finanziato dal ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste. E’ stato presentato a Piacenza in occasione dell’edizione autunnale di Apimell, la fiera internazionale di apicoltura.
Nell’ultimo decennio, causa il cambiamento climatico e l’inquinamento, il settore apistico (non solo italiano) ha subito gravi danni ed è entrato in crisi. il miele made in Italy è stato incalzato da una concorrenza (Est e Cina) che sovente ha stravolto il mercato e confuso il consumatore. Nel contempo si è sviluppato un processo di evoluzione e variabilità genetica che hanno mutato l’identità e il comportamento delle colonie di api. “Il nostro progetto – sottolinea il presidente del Fai, Rafaele Cirone – vuole individuare le are in cui il patrimonio genetico dell’ape italiana è ancora integro e a introdurre valori standard pe il suo riconoscimento e buone pratiche per il suo miglioramento. Solo così potremo valorizzare un patrimonio di interesse collettivo che conta circa due milioni di colonie”.
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