di Enrico Villa
Forse un po’ in ritardo, nell’ambito di Expo 2015 la Coldiretti nazionale con il suo presidente Roberto Moncalvo ha presentato Le oasi agricole. Sono tappe autostradali dove gli automobilisti trovano i prodotti agricoli del territorio attraversato. Anni fa, questa innovazione di marketing nel casello di Villarboit era stata istituita per il riso raffinato, offerto da una riseria della zona in attività poco distante. Poi i concessionari dei caselli autostradali con emporio commerciale avevano seguito l’esempio nel contesto della Grande distribuzione che sta scoprendo in presa diretta il mondo agricolo utilizzando al meglio cooperative, consorzi nonché la volontà di pochi volonterosi cercando di fare a meno delle più sperimentate istituzioni industriali e commerciali. I luoghi autostradali di sosta e di riposo dalla guida, come abbiamo accennato sono state chiamate, appunto, oasi agricole. Le prime sono state istituite sull’autostrada del Sole in Emilia e nel Lazio.
Bilancio a fine estate
Alla fine del Grande esodo 2015 per le ferie estive, il primo bilancio di marketing dirà se effettivamente le oasi agricole hanno funzionato e sia il caso di estenderle sulla grande rete autostradale del nostro Paese che prevalentemente riguarda aree rurali italiane ed europee, in funzione del primario e dei consumatori, con la Ue decisa ad una maggior valorizzazione attraverso particolarmente la Pac 2015-2020 e i Piani di Sviluppo rurale.
In effetti, le oasi agricole imprenditorialmente sono un ulteriore passo avanti sulla strada della modernizzazione del settore agricolo italiano, con i consumatori primi interlocutori, proposto una decina di anni fa da Paolo Bedoni, allora presidente di Coldiretti. Roberto Moncalvo, eletto da nemmeno un anno, ha proseguito sulla via indicate dal predecessore, ribadendo quali interlocutori primari i consumatori del nostro Paese e dei partner europei. E, dunque, sono stati ribaditi i principi dell’osservanza del chilometro zero; la multifunzionalità delle aziende associate fino ad inquadrare correttamente le Agritate come nell’ambito degli stati del Nord Europa; la guerra totale agli ogm con il rischio presunto di alterare gli equilibri rurali delle produzioni; la possibile riduzione della dannosa forbice prodotti al campo e alla distribuzione; la difesa nel mondo del made in Italy; l’utilizzo delle aziende agricole in funzione diretta commerciale, nonché la trasformazione delle Cascine in entità agrituristiche che sembrano sempre più accette dal pubblico in questo scorcio delle vacanze 2015. Del resto, il consumatore quale interlocutore primario, era stato individuato fin dagli anni Novanta dal Parlamento comunitario di Bruxelles e dalla normativa Ce, compresa la Ce 1078/2000 più la Ce 852/2004. In Italia, l’ultima tappa delle Oasi agricole autostradali si intreccia con un anniversario assai importante: il decreto legislativo n.228 del 16 maggio 2001 dedicato alla Nuova legge di orientamento e modernizzazione del settore agricolo. E alla stretta finale di Coldiretti per correggere i bassi prezzi alla produzione, dannosi per la qualità e per i consumatori i quali rivendicato derrate qualitativamente a standard elevati nonché a prezzi realmente equi.
Una nuova ruralità nazionale
Dal D.Lgs 228/18/maggio 2001 discendono impostazioni giuridiche fondamentali per l’agricoltura del nostro Paese molto importante appunto in riferimento alla nuova ruralità nazionale e ai consumatori : la modifica dell’articolo 2135 del Codice Civile risalente al 1942 (periodo del regime fascista) per cui l’imprenditore agricolo, professionalmente assai definito, ha obblighi ben diversi dal passato, di somministratore quasi come ristoratore del suoi prodotti aziendali che anche può vendere come in qualsiasi punto di distribuzione ; una maggior chiarezza per l’agriturismo in cui, offrendo cultura e tempo libero, l’imprenditore agricolo potrebbe anche trasformarsi in imprenditore teatrale come, nei nostri centri rurali con l’allestimento di teatri, avveniva nell’Ottocento. In realtà, il D.Lgs. 228/18 maggio 2001 indica che la nuova agricoltura, con basi costruite sei/sette anni fa a maggio, offre un ventaglio di possibilità culturali e economiche assai ampie che, inoltre, comprendono la valorizzazione del territorio secondo gli esperti scrigno di paesaggi da tutelare nonché di tracce d’arte e di storia non rinvenibili in altre aree europee. In questo scenario irripetibile c’è, inoltre, posto per la guerra contro le frodi e i comportamenti al limite di delitti truffaldini sui quali insiste Roberto Moncalvo: per esempio, dal campo alla tavola la frutta rincara del 500%. Le Oasi autostradali agricole appena inaugurate e il Fai (fondazione Firmato dagli agricoltori italiani) dovrebbero mutare questa situazione dalle quali discendono tutte le altre derivanti dalla Legge di orientamento e modernizzazione del settore agricolo. Ecco perché anche con le prime oasi autostradali agricole deve sempre essere ricordata la 228/18 maggio 2001. Senza questo D.lgs. l’agricoltura italiana affronterebbe con maggior difficoltà l’Europa comunitaria.
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