C’è chi, come Giovanni Perinotti presidente Confagricoltura Vercelli, ha proposto l’autotassazione dei risicoltori per promuovere il riso Made in Italy. E chi, come Paolo Carrà presidente dell’Ente Nazionale Risi, ha già fatto i conti: basterebbe devolvere 10 centesimi su ogni quintale di risone venduto e calcolando una disponibilità di circa un milione di quintali si otterrebbe una cifra importante: circa cinque milioni a disposizione per iniziare campagne pubblicitarie tra i consumatori italiani e stranieri. “Non possiamo pensare che sia solo Bruxelles a risolvere la crisi del settore. La clausola di salvaguardia è un traguardo che contiene tecnicismi esasperanti; molti Paesi, come la Germania, nicchiano. A marzo la Commissione dovrebbe relazionare sulle concessioni a dazio zero. Comunque sia il nostro settore non può pi stare con le mani in mano”.
Dell’urgenza di uscire da una situazione che sembra irreversibile, con i prezzi stagnanti ormai da oltre un anno, si è parlato anche nel recente convegno promosso da “Vercelli Amica”, presieduto da Maurizio Randazzo, nella sede dell’Associazione Irrigazione Ovest Sesia (presidente Ottavio Mezza). All’interrogativo “Vercelli capitale europea del riso?” hanno cercato di rispondere politici e addeti a ilavori, a cominciare da Roberto Rosso, già sottosegretario alle Politiche Agricole e ora candidato capolista alla Camera per “Noi con l’Italia-Udc”: “Negli ultkmi mesi c’è stato uno sprint con il decreto sull’etichettatura, ma non basta. Un intervento intelligente, ma durerebbe soltanto due anni, occorre stabilizzarlo. Anche la clausola di salvaguardia avrebbe una durate temporale, un paio d’anni. E allora dobbiamo giocare su altri piani: lo strumento del contributo accoppiato alle aziende e promuovare il risotto Made in Italy, oggi uno sconosciuto in Europa”.
Promozione, ma anche unità sindacale. L’appello arriva da Piero Actis, alla guida di “Il dazio è tratto”, il movimento che l’estate scorsa ha scosso il mondo del riso. “Dobbiamo cogliere l’opportunità del momento in Europa i consumi alimentari sono aumentati del 25% e noi dobbiamo esserci”.
Paolo Dellarole, presidente Coldiretti Vercelli Biella: “Non solo promozione, ma anche reciprocità etica e regole uguali per tutti, che mettano sullo stesso piano i Paesi produttori. E poi la burocrazia, un incaglio che abbiamo sollevato in Regione Piemonte”.
Giovanni Perinotti: “Sì, dobbiamo essere uniti, facciamo qualcosa noi, cerchiamo un canale promozionale e cavalchiamolo. Basta essere carne da voto”.
Paolo Maria Mosca, agricoltore, candidato per il Movimento 5 Stelle, ha sottolineato quanto sia importante il fattore aggregazione del settore.
Sullo sfondo cìè Bruxelles che – ha aggiunto Paolo Carrà – “un tempo era consioderata la caserma punitiva, oggi è la sede dove si fa la politica agricola, con tutte le conseguenze che ne derivano. Proprio per il rioso, ad esempio, è stato concessa la cosiddetta import tollerance che consente ai Paesi meno avanzati di utilizzare prodotti chimici da noi vietati. Ecco perché noi chiediamo una reciprocità. Ma anche al nostro interno siamo disorganizzati e dobbiamo superare problemi strutturali. Sul fronte della promozione l’Ente Nazionale Risi è sottoposto alla spending review e deve limitarsi a unbudget di 10 mila euro l’anno. Lo scorso anno, con un finanziamento di 500 mila euro del Ministero Sviluppo economico siamo riusciti a promuovere il nostro riso in Francia, poi questi soldi non cisono stait più dati. Il paradosso è che il nostroEnte, pur avedno nel suo statuto la voce promozione, ha le mani legate da sei anni”.
Nella foto: un momento dell’incontro organizzato da Vercelli Amica all’Associazione Ovest Sesia
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