Le donne del riso. Una bella pagina tra passato e futuro

di Gianfranco Quaglia

L’anno che se ne sta andando ci ha consegnato la celebrazione del centenario della Grande Guerra con la vittoria, fra le poche nella tormentata storia del secolo scorso. E fra le iniziative vanno ricordate le mostre dedicate alle donne sui campi di battaglia e nelle retrovie, con il contributo delle crocerossine. Ma anche a quelle donne (la maggior parte) che a casa e nei campi salvarono l’agricoltura italiana, sostituendosi agli uomini nei lavori pesanti e al timone delle aziende. Una certa retorica ci ha sempre tramandato il ruolo femminile che sta dietro a un grande uomo. Quasi mai è stato usato l’avverbio accanto, o davanti.

Invece una onesta rilettura di quegli anni ci dice che senza il lavoro silenzioso dell’altra metà (mogli, madri, fidanzate, figlie) forse il destino del nostro Paese avrebbe preso un’altra piega.

Ecco perché, a distanza di un secolo e in condizioni per fortuna ben diverse, le donne del riso assumono un ruolo di primo piano, questa volta decisamente accanto quando non sono locomotiva. Sicuramente non alle spalle. L’associazione “Donne & Riso” (una settantina di socie tra imprenditrici, operatrici del settore, non solo compagne di vita, anche single) è una realtà che agisce sul territorio piemontese (Vercelli, Novara) e anche oltre i confini regionali, portando un valore aggiunto al settore. Sotto la guida di Natalia Bobba, che ha raccolto il testimone da Licia Vandone, questo club unito dalla passione e dall’amore per il riso eccellenza del Made in Italy, sta cercando di sfatare il mito negativo che gli imprenditori maschi si portano appresso: ottimi produttori,  pessimi venditori. Insomma, nessuno si sogna di contestare la loro professionalità in campo, ma quando parliamo di promozione, marketing, capacità relazionali, organizzazione commerciale, c’è ancora molto fare. “Donne& Riso” in questi 40 anni ha cercato di colmare il vuoto con intelligenza, determinazione e sensibilità tutte femminili: un premio annuale dedicato a una figura donna testimonial (dallo sport, allo spettacolo, dalla scienza alla cultura) in grado di focalizzare l’attenzione sul prodotto riso. Missione compiuta, insieme con altre iniziative fuori le mura vercellesi, per portare la voce della risaia in molte manifestazioni nazionali. Queste donne, alcune nipoti di quelle eroine della Grande Guerra, vanno a passo di carica. E gli uomini? Ammessi in pochi soltanto come socio onorario. Ma bisogna meritarselo.

 

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