Soddisfazione, anche se moderata, per l’accordo raggiunto sul prezzo del latte alla stalla, dopo settimane di battaglia. L’accordo prevede per il prossimo trimestre un aumento di 2,1 centesimi al litro:dovrebbe aggirarsi sui 36 centesimi/litro pe i mesi di dicembre, gennaio e febbraio: A questi va ad aggiungersi il centsimo garantito dal Minisiterodelle Politiche Agricole.
“Se l’accordo a livello nazionale troverà completa e corretta applicazione anche a livello locale arriveranno per i nostri allevatori 30 milioni di euro – dice Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – Dovremo fare in modo che tutte le industrie di trasformazione, oltre alla Lactalis, riconoscano al latte alla stalla questo aumento di prezzo. Di fondamentale importanza sarà anche l’apporto delle Istituzioni regionali piemontesi per poter arrivare non solo a questo risultato, ma anche ad incrementarne l’effetto. D’altronde l’Assessore Giorgio Ferrero ha già mostrato grande sensibilità rispetto alla vertenza sulla questione latte”. “Una prima boccata d’ossigeno per le nostre aziende che stanno vivendo un momento di forte crisi. Coldiretti Piemonte si impegna a realizzare filiere che tendano a ridurre i costi di produzione delle nostre imprese – ha commentato Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte – Coldiretti continuerà, inoltre, a portare avanti la battaglia di civiltà al fine di arrivare ad ottenere l’origine in etichetta per il latte uht, lo yogurt e per tutti gli altri prodotti lattiero caseari, a tutela delle produzioni del territorio e dei diritti dei consumatori”.
Con l’accordo il Ministero delle Politiche Agricole si impegna a utilizzare 25 milioni di euro dell’intervento straordinario europeo per gli aiuti diretti agli allevatori per il latte prodotto e commercializzato nei prossimi tre mesi.
Il presidente della Sezione Latte di Confagricoltura Piemonte, Pierangelo Cumino, si dichiara parzialmente soddisfatto: “Ora occorre lavorare, soprattutto a livello regionale, per sviluppare rapporti di filiera efficaci, utili a valorizzare il nostro latte, consolidando la produzione di specialità a denominazione di origine protetta”.
Il presidente dell’Associazione Produttori Latte Piemonte e consigliere di Confagricoltura Torino, Tommaso Visca, aggiunge: “Bene l’aumento, ma manca un coordinamento europeo che permetta un controllo della produzione e delle esportazioni. Con la fine delle quote latte – aggiunge- c’è un eccesso di produzione in Europa pari all’8%; inoltre si segnalano cali di esportazioni in Cina e in Russia. Sono fenomeni che possono e devono essere controllati”.
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