di Gianfranco Quaglia
Da Villata, comune in provincia di Vercelli e diocesi di Novara, alla Costa d’Avorio, con un progetto preciso: “Ris.os” (acronimo di riso, opportunità e sviluppo) per affrancare gli abitanti dalle condizioni di emergenza alimentare e sociale. L’iniziativa di cooperazione internazionale, cofinanziata dalla Regione Piemonte con 40 mila euro, coinvolge anche le Acli provinciali di Vercelli, l’Enaip piemontese (Ente Nazionale Acli Istruzione Professionale), capofila il Comune di Villata, sindaco Franco Bullano, tecnico dell’Associzzione irrigua Est Sesia di Novara. Prevede il potenziamento della coltivazione del riso nel territorio del Comune di Guiglo, nella parte occidentale del Paese africano (regione di Cavally) scelto perché al centro di una rete commerciale che riguarda le popolazioni locali nello scambio di riso, bestiame e manioca. Una regione che negli ultimi anni ha superato i 170 mila abitanti, la maggior parte giovani, con gravi problemi di alimentazione e casi di malnutrizione in particolare nei bambini sotto i 5 anni.
Il primo passo è già stato compiuto, come racconta Cesare Daneo, presidente di Acli Vercelli: “Un agronomo, Luciano Conti, è stato sul posto con Honoré Joseph Akum rappresentante del comune di Vercelli, per verificare la fattibilità: si tratta di 80 ettari di terreno agricoli incolti, che possono essere trasformati in risaia. Le potenzialità ci sono tutte, a partire dall’irrigazione. In quella zona dell’Africa le piogge sono frequenti e siamo vicini a un fiume che divide la Costa d’Avorio dalla Liberia. Il clima è favorevole, temperature costanti e non soggetto a escursioni termiche come avviene nelle nostre pianure. Tanto che si può arrivare a tre raccolti di riso l’anno”.
Il progetto, voluto con determinazione dagli abitanti di Villata (il Comune è stato scelto come esempio virtuoso di cooperazione) è stato presentato al pubblico durante la recente 73.a giornata del ringraziamento organizzata da CEI e Coldiretti a Vercelli. Sostenitori di questa iniziativa, oltre all’amministrazione comunale e agli enti, anche Maura Forte, ex sindaca del capoluogo vercellese, con forti radici nel paese, dove è nata.
La Costa d’Avorio è “appetito” dall’Occidente per le numerose risorse. E’ il maggior produttore mondiale di cacao, ma produce anche caffè, banane e olio di palma. Nel sottosuolo petrolio, gas naturale, diamanti, manganese, ferro,cobalto, bauxite, rame. Migliaia di ettari sono incolti o subsfruttati ed è per questo che anche qui – come inaltri paesi dell’Africa – fiorisce il “land grabbing” (o accaparramento delle terre) da parte di multinazionali straniere. Una di queste ha sede in Belgio. Il progetto di Villata va in controtendenza rispetto a questo fenomeno e intende restituire a quelle popolazioni, oltre alla sicurezza alimentare, anche la dignità. Infatti centrale per la buona riuscita sarà la formazione dei giovani agricoltori su nuove tecniche agricole e irrigue, sostenibili, per incrementare la produttività delle coltivazioni a sostegno del reddito e dell’autosufficieneza alimentare. Un parametro interessante ci dice quanto ci sia da fare in quei luoghi del continente per invertire la rotta: una sola raccolta di riso nel Vercellese o nel Novarese produce più di quanto, sino a ieri, si ricavava in Costa d’Avorio con tre raccolti l’anno. I terreni erano stati dismessi, malgrado le notevoli potenzialità. In questa operazione di recupero l’agricoltura 4.0 giocherà un ruolo di primo piano: saranno infatti utilizzati anche i droni come ausilio nelle operazioni di semina, concimazione e controllo delle infestanti. Una rivoluzione pacifica in un’area del mondo dove – come sottolinea Daneo – la risaia è rimasta ai tempi di “Riso Amaro”, vale a dire 70 anni fa.
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